La lettera di referenze può aiutare a trovare un lavoro - Archivio
In un mondo rivoluzionato dalla pandemia, dove i colloqui in presenza vengono sostituiti da interviste in videochiamata, la cara “vecchia” lettera di referenze acquista ancora più importanza per chi cerca lavoro, soprattutto per il settore vendite e direttori commerciali. È quanto emerge da un’indagine condotta da Milano Exe, società con oltre 25 anni di esperienza nella selezione di venditori in ambito commerciale, assicurativo e bancario, che ha chiesto a un campione di 300 imprenditori di esprimersi sugli strumenti utilizzati in fase di selezione del personale. Oltre la metà (55%), afferma di prendere in considerazione la lettera di referenze per conoscere la storia professionale del candidato. Questa verrebbe addirittura preferita ai social: gli imprenditori che affermano di visionare in modo approfondito il profilo Linkedin dei candidati sono infatti “solo” il 41%, percentuale che scende al 23% per Facebook, Instagram e Twitter.
«Prima della pandemia, i colloqui (almeno il secondo) venivano svolti di persona e questo rendeva più semplice valutare l’idoneità del candidato, magari sottoponendogli dei test psicoattitudinali per capire la reazione allo stress o come risolverebbe un evento critico. Questi stratagemmi venivano utilizzati in circa il 38% dei colloqui per figure con esperienza - spiega Andrea Polo, ceo & founder di Milano Exe -. Oggi viene fatto tutto a distanza e queste strategie sono difficili da mettere in atto, per questo sono state sostituite dalla lettera di referenze firmata da precedenti datori di lavoro o colleghi, ma anche dall’analisi del profilo pubblico on line del candidato, Linkedin in primis».
Tra le competenze che maggiormente incidono positivamente nel processo di assunzione, la capacità di far fronte a situazioni impreviste e di forte stress (74%), il rigoroso rispetto dell’etica professionale, a prescindere dal tipo di lavoro (69%), la flessibilità oraria (65%) e la capacità di organizzare in modo autonomo il proprio lavoro (48%).
Per il 28% degli intervistati una lettera di referenze incoerente con il profilo del candidato non potrà essere presa in considerazione. In particolare, per la selezione di venditori in ambito commerciale è indispensabile una lettera che evidenzi uno spiccato senso di proattività sulle vendite (35%), un forte orientamento ai risultati (40%) e infine molto apprezzata è anche una lettera di referenza dalla quale emerga una spiccata capacità di autogestione e indipendenza (25%). Circa un imprenditore su due (49%) verifica l’attendibilità delle referenze del candidato prescelto prima dell’assunzione, contattando telefonicamente il precedente datore di lavoro, facendogli domande dirette sul suo rendimento, sul suo approccio al lavoro e sull’etica professionale.