lunedì 8 maggio 2017
In Europa indici in calo rispetto ai massimi toccati venerdì. In discesa anche l'euro mentre sale lo spread. Gli analisti si interrogano sugli effetti dei decreti annunciati sul lavoro.
La Borsa di Tokyo ha chiuso al massimo da 17 mesi (Ansa)

La Borsa di Tokyo ha chiuso al massimo da 17 mesi (Ansa)

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La Bourse de Paris ha salutato il nuovo presidente con un calo dello 0,9%, non certo la migliore delle accoglienze. In realtà i mercati avevano già festeggiato l’elezione di Emmanuel Macron dopo che il primo turno delle presidenziali, lo scorso 24 aprile, aveva mostrato che il candidato di En Marche! difficilmente avrebbe perso il confronto con Marine Le Pen.

A Parigi, per esempio, l’indice Cac40 venerdì scorso si era portato ai livelli più alti degli ultimi nove anni. Per questo lunedì gli investitori hanno reagito senza scomporsi a una notizia che era già stata "inclusa" nei valori delle azioni. Milano ha perso lo 0,3%, Francoforte lo 0,2% mentre Londra ha chiuso stabile con un +0,05%. Anche sul mercato dei titoli di Stato la vittoria del candidato più europeista è passata quasi inosservata ieri. Lo spread tra Btp italiani decennali e i Bund tedeschi ha chiuso in rialzo a 182 punti base con tasso al 2,24%, un interesse che resta più alto di quello dei Bonos spagnoli (che pagano l’1,58%) e molto distante da quello degli Oat francesi (0,85%). Lo stesso discorso vale per la quotazione dell’euro, che dopo avere superato gli 1,10 dollari domenica (il livello più alto da novembre) ha fatto retromarcia chiudendo poco sopra quota 1,09 (precisamente 1,0930).

Adesso gli investitori attendono di capire che cosa il giovane ex ministro dell’Economia sarà in grado di concretizzare del suo programma economico. Nel progetto su cui ha basato la vittoriosa campagna elettorale il nuovo presidente ha promesso interventi significativi nel campo del lavoro, dove intende procedere rapidamente attraverso lo strumento dei decreti per semplificare le leggi così da rendere più flessibile l’occupazione. L’idea di Macron è quella di concedere più spazio alla contrattazione aziendale o di settore e reintrodurre il tetto agli indennizzi in caso di licenziamenti. Un progetto, notano gli osservatori, che va ben oltre la legge El Khomri, approvata di recente dal governo socialista e già oggetto di una pesante contestazione sociale.

L’altro aspetto sui cui Macron è atteso dei mercati è la politica di finanza pubblica. Il nuovo presidente intende ricostruire l’immagine affidabile della Francia per quanto riguarda debito e deficit pubblici, così da rassicurare la Germania e gli altri "falchi" europei. Ma per riuscirci serviranno severi, e probabilmente impopolari, tagli alla spesa pubblica.



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