Un governo che è costretto a provvedimenti impopolari ma che offrono una prospettiva di crescita e soprattutto un riequilibrio tra le generazioni garantendo più opportunità ai giovani. Il ministro del Lavoro Elsa Fornero, intervenendo questa mattina all'inaugurazione dell'anno accademico al conservatorio diTorino, ha soprattutto voluto dare questo messaggio agli studenti sull'azione del governo Monti, insistendo più volte su un aspetto: non ci sono ricette miracolistiche, ma è in atto uno sforzo per uscire dalla crisi e dalle storture che la agevolano. E affrontando il tema del mercato del lavoro ha sottolineato: "La riforma non è una bacchetta magica e non darà immediatamente lavoro a chi fuori protesta - ha detto accennando alla manifestazione degli studenti nelle vicinanze del Conservatorio, risoltasi pacificamente mentre una decina di loro hanno interrotto per qualche minuto la cerimonia con cartelli e slogan - perchè sono precari o disoccupati. Però darà qualche speranza in più ai molti e oggi potremo trovare degli strumenti per occuparci di quelli che in questo mercato del lavoro sono rimasti intrappolati oppure aggrappati in lunghe casse integrazioni, lunghe mobilità, che ne hanno stravolto l'intento originario semplicemente perchè parlare di disoccupazione in un rapporto di lavoro è considerata tabù. E invece noi vogliamo non che non esista la possibilità di licenziare, ma che una persona che licenziata sia aiutata dallo Stato, dalla società e dalla sua stessa impresa, a trovare in tempi rapidi un nuovo lavoro". Per queste soluzioni "Non ci sono ricette miracolistiche". E questo "Non è il governo delle facili soluzioni - ha anche aggiunto -. Questo governo se n'è tenuto lontano fin da subito: non ha mai fatto un provvedimento popolare , ha solo fatto provvedimenti impopolari, è stato chiamato per fare provvedimenti impopolari nel senso di quei provvedimenti che restituiscano al paese una strada e una prospettiva di crescita. E i beneficiari maggiori di questa prospettiva siete voi giovani. È questa la nostra scommessa".Oggi, ha spiegato Fornero, "abbiamo segmenti di lavoro che hanno una vita spezzettata e senza tutele, senza possibilità di programmare qualcosa che assomigli a un futuro. E ce ne sono altri che sono, non troppo, ma abbondantemente tutelati. Uno degli scopi di questo governo è quello di spalmare le tutele su tutti - ha sottolineato - non la possibilità di un posto a vita perché quello nessuno lo può promettere e chi lo promette oggi promette facili illusioni"."Cerchiamo - ha detto Fornero affrontando il problema delle troppe forme di contratti precari - di modificare i contratti in modo da evitare quelle forme di abuso che ci sono state,che sono evidenti a tutti e che chiamo flessibilità cattiva: questi contratti li vogliamo eliminare, ma c'è un'altra parte della flessibilità, quella buona" e che prevede "che l'impresa possa in certi momenti della sua vita aver bisogno di alleggerimenti di personale per ragioni di riorganizzazione e di riallocazione produttiva, per ragioni di accomodamento di tecnologie. Questi sono cambiamenti a livello planetario e non possiamo far finta di non vederli e di non assecondarli": Individuando modalità che offrano a tutti "più chances". "Nessuno - ha detto Fornero - intende usare la flessibilità come una clava, ma si vuole utilizzare la fase positiva e propositiva del dialogo per cambiare questa società". È in corso un dialogo con le parti sociali, ha ricordato il ministro " e dialogo vuol dire che tutto non è stato deciso, vuol dire ascoltare e che se qualcuno è in grado di dimostrare la bontà delle proprie argomentazioni meglio di qualcun altro quella potrebbe essere la soluzione vincente", ma avverte il ministro, "tergiversare, fermarsi aspettare non può essere la soluzione. Il governo a questo punto ha il dovere di agire, che non vuol dire negare al parlamento la responsabilità delle decisioni:se ci sarà una riforma, come io mi auguro, dell'ordinamento dei contratti che proliferano nel mercato del lavoro non potrà che trovare espressione in un atto del parlamento, in una legge. Il percorso però deve essere rapido perchè non ci è dato un tempo lungo come paese".
IL MINISTRO CANCELLIERI: POSTO FISSO, VICINO A MAMMA"Mi sfugge quale potrebbe essere la ragione o l'intento da parte del governo di esasperare alcunché in generale e, in particolare, in una materia così sensibile e socialmente cruciale come il mercato del lavoro".Mario Monti pare voler gettare acqua sul fuoco delle polemiche sul mercato del lavoro, nel giorno in cui interviene in materia anche il ministro dell'interno, Anna Maria Cancellieri, con parole non esattamente diplomatiche. Dice il ministro: "Noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città, di fianco a mamma e papà".Insomma, il passo successivo alla già conosciuta categoria antropologica del bamboccione. "Il mondo moderno ha grandi esperienza di mobilità, noi - aggiunge Cancellieri - viviamo nella cultura del posto fisso. Il mondo sta cambiando, come avviene nei paesi emergenti". Rincara il monistro per il welfare, Elsa Fornero: "Uno degli scopi di questo Governo è spalmare tutele su tutti, non dare a tutti l'illusione del posto fisso a vita che non si può promettere".Parole che non sembrano destinate a suscitare gli entusiasmi di quella parte del mondo politico (oggi parlano Di Pietro e Damiano del Pd) che intende erugere un firewall in favore del mantenimento dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Tanto che, in tarda mattinata, interviene in persona il premier. "Con la riflessione, il dialogo, la consultazione di esperienze di altri Paesi, cerchiamo quale sia la via migliore perché anche gli istituti del mercato lavoro e degli ammortizzatori sociali possano dare contributo alla crescita dell'economia italiana e a aggredire il dramma della disoccupazione giovanile", rassicura. Il dibattito continua.