Il 30% dei centri commerciali e il 25% dei negozi a conduzione familiare lavorano la domenica a pieno regime. Sono dati della Confesercenti, ricordati da monsignor
Giancarlo Bregantini, presidente della commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro e arcivescovo di Campobasso, proprio alla vigilia dell'arrivo del Papa in Molise dove lo stesso Pontefice ha chiesto che la domenica sia "libera dal lavoro". Per Bregantini, il dato secondo il quale molti addetti del commercio sono costretti a lavorare è "scandaloso" e per questo è necessaria "una mobilitazione in tutte le parrocchie".Ma la battaglia portata avanti da anni dalla Conferenza Episcopale Italiana è confortata anche dai dati secondo i quali le aperture domenicali e festive non hanno portato benefici. La liberalizzazione delle aperture è stata infatti un flop e il comparto - secondo dati sempre della Confesercenti - ha perso tra il 2012 e il 2013 oltre 100mila posti di lavoro, registrando allo stesso tempo 28,5 miliardi di minori consumi da parte delle famiglie. Per questo "ci confortano le parole del Papa sui valori da porre al centro della domenica", commenta
Mauro Bussoni, segretario generale della confederazione ricordando che per "una diversa regolazione delle aperture domenicali degli esercizi commerciali" è stata presentata una proposta di legge di iniziativa popolare.Per il segretario generale Cisl
Raffaele Bonanni sulle domeniche lavorative "si è andati molto oltre per conformismo". Come "il Papa giustamente ha detto: oltre i lavori indispensabili, come quelli degli ospedali; come quelli della ristorazione, aggiungo io, nei posti di turismo più importanti e altre situazioni particolari, non credo che ci sia bisogno di lavorare anche nel giorno del riposo", sottolinea il numero uno della Cisl. "Papa Francesco, parlando del rispetto del riposo domenicale, ha messo il dito nella piaga di quell'economicismo esasperato a cui tutto pare subordinato", commenta
Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli. Infine
Edoardo Patriarca del Pd: "Tenere aperti i negozi e altre attività nei giorni festivi non ha rilanciato i consumi e ha prodotto malumori in tante famiglie. Non è col consumismo che facciamo ripartire il Paese".