venerdì 20 gennaio 2023
Dal dibattito sul Rapporto dell'Osservatorio Domina le piste di intervento per regolarizzare un milione di lavoratori: non solo deterrenza, ma semplificazioni, incentivi fiscali e maggiori tutele
Presentato a Palazzo Giustiniani a Roma il IV Rapporto sul Lavoro domestico

Presentato a Palazzo Giustiniani a Roma il IV Rapporto sul Lavoro domestico - Domina

COMMENTA E CONDIVIDI

Il settore del lavoro domestico e di cura, con il progressivo invecchiamento della popolazione, sta assumendo un’importanza crescente e fondamentale nel nostro Paese. Ma il suo valore è ancora in buona parte misconosciuto ed è purtroppo caratterizzato da un altissimo tasso di irregolarità. Proprio l’emersione di centinaia di migliaia di rapporti informali, però, potrebbe rappresentare la leva con la quale raggiungere quattro importanti obiettivi: rafforzare le tutele dei lavoratori domestici, migliorare la qualità dell’assistenza in particolare agli anziani, agevolare le famiglie nei compiti di cura e, non ultimo, stimolare lo sviluppo economico con rapporti di lavoro trasparenti e regolari.

Di tutto questo si è discusso alla presentazione, a Palazzo Giustiniani a Roma, del IV Rapporto sul lavoro domestico dell’Osservatorio di Domina, una delle associazioni di famiglie datori di lavoro, già anticipato su Avvenire ( https://www.avvenire.it/economia/pagine/lavoro-domestico-sfida-emersione ) nelle sue linee portanti. Al di là dei dati numerici - 961 i lavoratori regolari, 2 milioni quelli complessivamente stimati, con un tasso record di irregolarità pari al 52,3% - al centro della discussione sono stati in particolare gli strumenti che possono essere adottati per agevolare la regolarizzazione dei rapporti di lavoro. Anche prendendo esempio dalle migliori pratiche adottate in altri Paesi europei. Come la Francia, “dove in 15 anni, grazie a una legge per lo sviluppo del lavoro di cura, si è riusciti a ridurre di quasi un terzo i rapporti informali agendo su tre fronti: la deterrenza, insieme però alla semplificazione e agli incentivi fiscali e previdenziali con accordi internazionali bilaterali”, ha spiegato Gianni Rosas, direttore dell’ufficio Ilo per l’Italia. Piste di lavoro che sono ben presenti anche nel Piano nazionale per l’emersione del lavoro sommerso, recentemente adottato dall’Italia, nell’ambito degli impegni del Pnrr. In questo quadro, ha sottolineato Romolo de Camillis, direttore della Direzione generale del Ministero del Lavoro, “nel triennio si prevede di agire su tre fronti: la semplificazione amministrativa; le agevolazioni fiscali, graduali e compatibili con il quadro di finanza pubblica; il cambiamento culturale anche attraverso campagne informative sul disvalore delle attività ‘in nero’ e invece il necessario rispetto dei diritti dei lavoratori”.

Il tema della regolarizzazione dei rapporti di lavoro informali, infatti, non può essere ridotto solo a una questione di incentivi fiscali - per quanto questi siano fondamentali - perché parliamo di un settore, quello del lavoro domestico, che per sua natura è basato su un rapporto fiduciario stretto, sulla relazione personale e che incide direttamente sulla cura, appunto, di anziani e bambini. “Che cosa dobbiamo allora ai lavoratori domestici?”, si è chiesto l’arcivescovo di Catania e presidente della Commissione Cei per i problemi sociali, il lavoro, la pace e la salvaguardia del Creato, Luigi Renna. “Anzitutto: giustizia, in particolare per le tante donne e i tanti stranieri che lavorano in questo comparto”. E, a proposito di immigrati, che rappresentano il 70% dei dipendenti del settore, “occorre ragionare in un’ottica ‘glocale’ perché il futuro si costruisce con gli immigrati e i Paesi di origine, guardando e progettando oltre Lampedusa, oltre le frontiere”.

Restano, però, i nodi più specifici del lavoro domestico in questa congiuntura. Sintetizzati dal segretario generale di Domina, Lorenzo Gasparrini, nei cinque punti della piattaforma comune elaborata con le altre associazioni datoriali e i sindacati di settore. Anzitutto rendendo interamente deducibili i costi sostenuti dalle famiglie per l’assistenza familiare, garantendo maggiori flussi d’ingresso regolare degli stranieri, rafforzando indennità di malattia e tutela della maternità per i lavoratori. Infine, contribuendo a far nascere una nuova misura di accompagnamento per gli anziani non autosufficienti che preveda maggiori benefici se collegata all’assunzione regolare di assistenti alla persona, così come previsto anche dalla legge delega per l’assistenza agli anziani, appena approvata dal governo. “Quella delle badanti è la questione più urgente che dobbiamo affrontare, assieme al governo e ai sindacati”, ha concluso Gasparrini.

E che il lavoro domestico stia assumendo un’importanza crescente lo testimonia anche il fatto che lo stesso Osservatorio Domina, come ha annunciato il direttore Massimo De Luca, ha deciso di dar vita, dal 19 gennaio 2024 al Palazzo dei congressi di Roma, a “Vesta” il primo forum-salone della cura della casa e della persona.



© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: