Ansa
Com’era prevedibile, il mese di luglio segnala un calo significativo delle ore di Cig autorizzate: rispetto a giugno 2021 è del 62,46% e, rispetto a luglio del 2020, del 58,96%. Questo calo è anche dovuto alla cessazione della Cassa Covid avvenuta a fine giugno. Dall’inizio della pandemia, cominciata ad aprile del 2020, luglio 2021 è il mese che occupa il secondo posto per la minore quantità di ore autorizzate, con 198 milioni. Si consideri che prima del Covid un mese normale totalizzava poco più di 20 milioni di ore di Cig autorizzate. “Pur considerando questa diminuzione – dichiara Cesare Damiano, presidente di Lavoro&Welfare - dal primo gennaio di quest’anno è come se fossero collocati a zero ore 1,8 milioni di lavoratori. Calcolando questa cifra sulla base del “tiraggio” (cioè del consumo reale) delle ore dichiarato dall’Inps, che è di poco superiore al 42%, è come se nei primi sette mesi dell’anno fossero rimasti effettivamente fuori dalla produzione circa 766mila lavoratori. Con la ripresa delle attività, anche se disordinata, gli effetti positivi sul consumo della Cassa Integrazione cominciano a farsi sentire, ma siamo ancora ben al di là di una situazione che possa definirsi normale e che va perciò attentamente monitorata”. Intanto è appena giunto il dettagliato aggiornamento dei ricercatori del Centro Studi di Lavoro&Welfare, i quali attraverso alcune dense tabelle, curate da Giancarlo Battistelli, mettono in risalto precisi dati, che sono peraltro allo studio del Ministero del Lavoro, anche per comprendere l’andamento del mondo delle aziende in crisi. Il dato più evidente è che nel mese di luglio appena trascorso le ore di Cig e del Fondo di Integrazione salariale richieste (e autorizzate) si riducono in maniera evidentissima. Rispetto allo stesso periodo del precedente anno, si sono ridotte del 19,60%, con 2 miliardi 179 milioni 609 mila 948 ore. La situazione nella richiesta di ore di Cassa Integrazione articolata per macro-aree geografiche è chiaramente questa: Nord-Ovest (-24,84%); Nord-Est (-38,21%); Centro (+1,07%); Mezzogiorno (+1,79%).
Per cui, per graduare l’uscita dall’emergenza e gestire la ripresa economica e produttiva, i ricercatori ci informano che occorrerebbe considerare alcune indicazioni fornite nel report, che chiariscono la situazione attuale. Innanzitutto le ore di Cig autorizzate a luglio 2021 confermano sì una tendenza alla riduzione, ma i valori medi dei mesi influenzati dal Covid-19 ci restituiscono ancora una tendenza che è medio-alta (383 milioni di ore mese). Di certo non un bene per il mondo del lavoro e per la fotografia economica attuale dell’Italia. La tendenza resta decisamente alta, anche se consideriamo un ulteriore calo delle ore di Cig utilizzate in base al “tiraggio del 42%”. Su base mensile, considerando solo il periodo compreso nell’ intervallo temporale dell’emergenza pandemica, e rispetto al picco di ore autorizzate raggiunto straordinariamente nel mese di maggio 2020, si è determinato buon un calo nella richiesta di ore, con una importante riduzione nello scorso mese rispetto a maggio 2020: il dato è del -77,26%. Coordinando i suoi ricercatori e prestando attenzione al lavoro sempre più fragile, Damiano precisa: “Si sta consolidando, in questi 7 mesi del 2021, la riduzione delle domande di Cigs sullo stesso periodo del 2020, soprattutto sotto l’influenza dei periodi sottoposti alla pandemia, mentre la variazione ancora più significativa resta la sospensione temporanea dei decreti di Cigs in corso, ancora unicamente nel periodo in cui è prevista la copertura della Cigo o della Cigd per emergenza Covid. Il numero delle aziende in crisi, che fanno ricorso a decreti di Cassa Integrazione straordinaria, dall’inizio dell’anno, diminuisce sul periodo precedente (gennaio-luglio 2020), e sono 1.463.