Il turismo in ripresa fa da traino all'occupazione. Nel 2022 260mila posti di lavoro in più - Ansa
L'incertezza legata alla guerra in Ucraina e il rialzo dei prezzi dei beni energetici che aperto la strada ad un’inflazione record il mercato del lavoro ha iniziato il 2022 con molti segnali positivi, anche se su livelli inferiori rispetto alla seconda metà del 2021. Dall'inizio dell'anno sono stati creati, al netto delle cessazioni, 260mila posti di lavoro, un valore di poco inferiore a quello dello stesso periodo del 2019. Dal punto di minimo toccato tra il primo e il secondo trimestre del 2020 sono state aggiunte oltre un milione di posizioni lavorative. È questo il dato principale che emerge dalla nota congiunta "Il mercato del lavoro: dati e analisi di maggio", diffusa oggi dal ministero del Lavoro, Banca d'Italia e Anpal.
Rispetto allo scorso anno, quando il recupero dei livelli occupazionali si era concentrato nelle posizioni a termine, nei primi quattro mesi del 2022 la dinamica del mercato del lavoro è stata sostenuta soprattutto dai contratti a tempo indeterminato, che hanno rappresentato circa due terzi delle attivazioni nette val e a dire più di 111mila contratti. Vi hanno contribuito, oltre alle assunzioni, anche le trasformazioni, il cui incremento è riconducibile prevalentemente all'ampio numero di persone assunte a tempo determinato nel 2021 (le stabilizzazioni in Italia avvengono in media dopo dodici mesi dall'avvio del contratto). La propensione delle imprese a trasformare i rapporti di lavoro temporanei è tornata sui livelli precedenti l'inizio della pandemia.
La crescita di posti di lavoro non è stata omogenea: negli ultimi mesi si è ridotto il contributo dell'industria in senso stretto, settore nel quale l'occupazione è ancora inferiore rispetto a quanto si sarebbe verificato se senza la pandemia. Nel comparto delle costruzioni in marzo e aprile si sono manifestati segnali di rallentamento e i nuovi contratti attivati, al netto delle cessazioni, si sono più che dimezzati rispetto al bimestre precedente. Ha invece accelerato il turismo, che beneficia della ripresa della domanda sospinta dal miglioramento della situazione epidemiologica e dalla rimozione di molte restrizioni.
Nel confronto con l’anno scorso resta sostanzialmente costante la crescita dell'occupazione delle donne, rallenta invece quella degli uomini, frenata dall'andamento dell'industria. L'occupazione femminile condivide però in misura inferiore l'aumento del numero delle posizioni a tempo indeterminato, concentrandosi nel settore turistico dove i contratti stabili sono meno frequenti. Per effetto del rallentamento dell'industria, infine, la dinamica del mercato del lavoro è meno favorevole nelle regioni del Centro Nord. Nel Mezzogiorno le attivazioni nette continuano a essere sostenute dal turismo e dalle costruzioni.