Il logo di Tucùm
Una applicazione per dispositivi mobili che permette di redistribuire microdonazioni, da un minimo di 20 centesimi a un massimo di 10 euro, per l’acquisto di prodotti di prima necessità in favore delle persone più bisognose. È un progetto immaginato, descritto e poi realizzato da Giandonato Salvia, poco meno che trentenne originario di Monopoli (Bari), laureato in Economia degli intermediari e dei mercati finanziari e autore del volume L’economia sospesa. Il Vangelo (è) ingegnoso pubblicato nell’ottobre scorso dalle Edizioni San Paolo.
La sua app, denominata 'Tucùm' (www.tucum.it), consente a chiunque di compiere un’elemosina efficace anche attraverso la moneta elettronica e che non necessita del contante, in grado di esercitare carità evitando tutti gli abusi legati ai falsi poveri e al racket. Per fare un esempio, il ristorante, il negozio o il bar dove attraverso Tucùm qualcuno lascerà il 'pasto sospeso', destinerà l’offerta alla persona bisognosa, individuata dal circuito delle Caritas parrocchiali avendo spesso un rapporto personale diretto.
Sospeso non è espressione casuale: l’idea nasce dalla celebre tradizione napoletana dell’offrire un caffè al bar a una persona che non avrebbe la possibilità di acquistarlo, nota come 'caffè sospeso'.
«Chi dona non si impoverisce mai – afferma Salvia spiegando la sua applicazione di economia sospesa: – essere canali per i beni materiali significa riconoscerci custodi, non proprietari, di quanto ci viene donato». A muovere la nuova app una logica di trasparenza e gratuità che raggiunge anche chi è lontano dalla Chiesa ed offre la possibilità di vivere concretamente la logica del dono: «L’autore mi ha aiutato a rendermi conto che l’economia, oltre che di mercato, di speculazione, di Borse, di spread, può interessarsi anche del mondo dei poveri, di bene comune, di servizio, di socialità », spiega nella prefazione il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente di Caritas Italiana.
Tucùm si configura di fatto come un’app elettronica che concretizza il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci: «Un miracolo raccontato da tutti e quattro gli evangelisti che mi ha sempre affascinato – rivela Savia – perché i discepoli chiedono a Gesù non di saziare la fame di migliaia di persone, ma di mandarle via. Non perché insensibili ma perché manchevoli dello sguardo di compassione di Gesù che chiede condivisione concreta». Nel progetto Tucùm, realizzato in collaborazione con Caritas Italiana, Salvia sintetizza fede, esperienze di volontariato nei paesi in via di sviluppo e studi dei sistemi economici, ponendo al centro la persona.
Tutte le informazioni su questa app e sul progetto Tucùm sono reperibili sul sito CLICCA QUI