Il numero uno del Fmi guarda all'Eurozona e raccomanda di dosare meglio il rigore. Soprattutto in alcuni Paesi dell'area euro, dice, "è giusto continuare il consolidamento fiscale", ma è altrettanto auspicabile "dare ossigeno alla crescita". I Paesi insomma devono fare i loro compiti a casa, ma "a un passo bilanciato" e, soprattutto, evitando pericolosi "rush" che rischiano di comprimere troppo le attività economiche e le possibilità di ripresa. Lagarde, come in passato, non sembra voler rinunciare all'ottimismo: oggi "il mondo è meno in pericolo" ripete dicendosi "assolutamente ottimista sul futuro dell'economia mondiale".
Il Fondo Monetario
Internazionale vede spazio per ridurre ulteriormente i tassi
d'interesse nell'Eurozona anche se la questione "cruciale" sarà
quella di garantire "una trasmissione fluida ed appropriata" della
liquidità tra Bce e banche e tra banche stesse. È il messaggio
lanciato dal numero uno del Fondo Monetario Internazionale, a
Washington, dove è in corso il meeting del Fmi e della Banca
Mondiale.
"La Banca Centrale Europea è una di quelle che chiaramente ha
ancora spazi di manovra - ha affermato Lagarde - e deciderà lei, in
tutta autonomia quando sarà il momento di utilizzare questo spazio
per ridurre i tassi di interesse". Lagarde insiste però
sull'importanza di una corretta trasmissione della politica monetaria
dell'Eurotower alle banche.
"Tanto capitale - osserva - potrebbe essere utilizzato per
rinforzare il sistema bancario" mentre, continua, "i tassi di
interesse più bassi si possono tradurre in tassi più bassi anche per
le Pmi". Una corretta trasmissione degli input monetari di Francoforte
è insomma la chiave, secondo Lagarde, per liberare quel credito di
cui "famiglie ed imprese hanno tanto bisogno per riprendere ad
investire". (segue)
Per Christine Lagarde, che ha parlato durante il meeting di Fmi e Banca Mondiale, è ora di «dare ossigeno alla crescita» evitando interventi che comprimano troppo le attività economiche e le possibilità di ripresa. Lagarde si conferma ottimista: «Il mondo è meno in pericolo».
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