giovedì 18 aprile 2013
​Per Christine Lagarde, che ha parlato durante il meeting di Fmi e Banca Mondiale, è ora di «dare ossigeno alla crescita» evitando interventi che comprimano troppo le attività economiche e le possibilità di ripresa. Lagarde si conferma ottimista: «Il mondo è meno in pericolo».​
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Il numero uno del Fmi guarda all'Eurozona e raccomanda di dosare meglio il rigore. Soprattutto in alcuni Paesi dell'area euro, dice, "è giusto continuare il consolidamento fiscale", ma è altrettanto auspicabile "dare ossigeno alla crescita". I Paesi insomma devono fare i loro compiti a casa, ma "a un passo bilanciato" e, soprattutto, evitando pericolosi "rush" che rischiano di comprimere troppo le attività economiche e le possibilità di ripresa. Lagarde, come in passato, non sembra voler rinunciare all'ottimismo: oggi "il mondo è meno in pericolo" ripete dicendosi "assolutamente ottimista sul futuro dell'economia mondiale".​
Il Fondo Monetario Internazionale vede spazio per ridurre ulteriormente i tassi d'interesse nell'Eurozona anche se la questione "cruciale" sarà quella di garantire "una trasmissione fluida ed appropriata" della liquidità tra Bce e banche e tra banche stesse. È il messaggio lanciato dal numero uno del Fondo Monetario Internazionale, a Washington, dove è in corso il meeting del Fmi e della Banca Mondiale. "La Banca Centrale Europea è una di quelle che chiaramente ha ancora spazi di manovra - ha affermato Lagarde - e deciderà lei, in tutta autonomia quando sarà il momento di utilizzare questo spazio per ridurre i tassi di interesse". Lagarde insiste però sull'importanza di una corretta trasmissione della politica monetaria dell'Eurotower alle banche. "Tanto capitale - osserva - potrebbe essere utilizzato per rinforzare il sistema bancario" mentre, continua, "i tassi di interesse più bassi si possono tradurre in tassi più bassi anche per le Pmi". Una corretta trasmissione degli input monetari di Francoforte è insomma la chiave, secondo Lagarde, per liberare quel credito di cui "famiglie ed imprese hanno tanto bisogno per riprendere ad investire". (segue) ​​
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