La riunione dell'Eurogruppo in videoconferenza - Ansa
Alla fine l’accordo finale dell’Eurogruppo è arrivato con una rapida video conferenza. E così, probabilmente già alla fine della prossima settimana, possono partire le nuove linee di credito a condizioni ultraleggere nel quadro del Mes.
È il «Pandemic Crisis Support», per il 2% del Pil (del 2019), per 240 miliardi di euro (36 per l’Italia). Pochi giorni per procedure parlamentari di alcuni Paesi (come Olanda o Germania), poi il via libera venerdì del consiglio dei governatori del Mes. «L’Eurogruppo – si legge nella dichiarazione finale – ricorda che i soli requisiti per l’accesso alle linee di credito sono che gli Stati dell’Eurozona che richiedano il sostegno si impegnino a utilizzare le linee di credito per il finanziamento diretto e indiretto delle spese sanitarie, la cura e la prevenzione», lasciando così un’ampia flessibilità, i ministri hanno rinunciato a una lista precisa.
«Non ci sono altre condizionalità, è bene sottolinearlo» ha dichiarato il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno. Lo strumento sarà in vigore fino al 31 dicembre 2022, prorogabile per massimo un altro anno. I prestiti saranno di una durata media di 10 anni, con un tasso d’interesse minimo, lo 0,1% (contro l’1,8% dei Btp decennali). «Uno strumento – ha commentato il commissario all’Economia Paolo Gentiloni – utile alla nostra risposta alla crisi» anche se la decisione finale «spetta agli Stati membri». La Francia ha già annunciato che non ne farà uso, in Italia resta la reticenza dei 5 stelle, che definiscono il Mes «inadeguato».
La sorveglianza sarà morbidissima. Nella dichiarazione dell’Eurogruppo si spiega che sarà «adeguata alla natura dello choc simmetrico provocato dal Covid-19 e proporzionale alle caratteristiche e all’uso del Pandemic Crisis Support». «Siamo dunque – dice Centeno – ben lontani dallo stile del monitoraggio durante la crisi dei debiti sovrani». Già alla vigilia la Commissione aveva inviato a Centeno una lettera interpretativa sulla sorveglianza, approvata dai ministri: niente missioni ad hoc, niente rapporti speciali, niente possibilità di richieste di aggiustamenti macroeconomici, sorveglianza solo nel quadro del normale Semestre Europeo.
E la Commissione ha già «approvato» ex ante la sostenibilità del debito di tutti gli Stati, requisito per l’accesso alle linee di credito. «L’Eurogruppo – ha sottolineato via Twitter il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri – conferma che il Mes potrà offrire finanziamenti a tasso quasi zero per spese sanitarie e di prevenzione dirette e indirette. La Commissione verificherà solo questo requisito. Non potranno essere introdotte condizioni aggiuntive». «Tutti quelli che hanno fatto perdere tempo agli italiani e hanno lanciato offese, adesso abbiano il coraggio di chiedere scusa» ha dichiarato il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.
Risolto il Mes, «adesso – dice Centeno – ci serve un robusto piano di ripresa per l’Europa». È l’unico dei quattro pilastri ancora da definire nel quadro del pacchetto dell’Eurogruppo. Oltre al Mes, gli altri due sono in dirittura d’arrivo: il piano d’investimento da 200 miliardi di euro della Banca Europea degli Investimenti e il programma Sure da 100 miliardi di euro della Commissione per il sostegno alle casse integrazioni. Insieme al Mes fanno 540 miliardi. «Le tre misure – ha avvertito il premier Giuseppe Conte – sono insufficienti, ammontando ad una frazione di quanto altre grandi economie, come quella Usa, stanno spendendo per sostenere le loro imprese e le loro famiglie». Conte è preso nella morsa fra il no netto dei 5 stelle e l’ok del Pd, attestato dalle parole del segretario Nicola Zingaretti: «Un altro passo avanti. È una grande opportunità per l’Italia».
Oggi la presidente Bce Christine Lagarde ha ribadito che serviranno tra i 1.000 e i 1.500 miliardi di euro, «è altamente desiderabile – ha avvertito – una risposta di bilancio europea». «Il Fondo di ripresa – ha detto Conte – deve essere di notevole dimensione, almeno mille miliardi di euro, per portare la dotazione totale della risposta europea in linea con le necessità finanziarie complessive dell’Ue».
Venerdì prossimo ci sarà un nuovo Eurogruppo, anche se non è ancora chiaro quando la Commissione presenterà la sua proposta. Intanto, la Francia ha avanzato la sua: un piano pari all’1-2% della ricchezza Ue l’anno, 150-300 miliardi. Una cosa è già assodata: serviranno emissioni di titoli da parte della Commissione (il trattato Ue lo permette), garantiti dal bilancio. E infatti la proposta della Commissione si lega alla nuova proposta del Quadro pluriennale 2021-2027. Da chiarire se saranno solo prestiti, come vuole il Nord Europa, o anche sovvenzioni (come chiede il Sud). «Troveremo il giusto equilibrio» ha assicurato ieri il vice presidente della Commissione, Frans Timmermans. Ci vorrà ancora tempo, ma il piano di ripresa, avverte Gentiloni, «ci serve molto presto».