Ansa
La Russia riduce di un terzo le forniture all'Italia rispetto alla media degli ultimi giorni. A darne notizia, nel giorno della chiusura del gasdotto Nord Stream per dieci giorni (per una manutenzione programmata) è l'Eni. "Gazprom - scrive la compagnia italiana - ha comunicato che per la giornata di oggi fornirà a Eni volumi di gas pari a circa 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari acirca 32 milioni di metri cubi al giorno.
La chiusura programmata del Nord Stream. "Putin continua a usare l'energia come un'arma. Dodici Paesi dell'Ue sono già direttamente interessati. Riempire le nostre capacità di stoccaggio del gas prima di questo inverno può aiutarci a prepararci a eventuali ulteriori interruzioni e tagli delle forniture di gas" scrive in un tweet la Commissione Ue. Il gasodotto Nord Stream trasporta 55 miliardi di metri cubi (bcm) all'anno di gas dalla Russia alla Germania sotto il Mar Baltico. L'Europa teme che questa chiusura "momentanea" possa trasformarsi in una riduzione permanente.
Approvviggionamenti garantiti. Con la stretta alle forniture di gas da parte della Russia da settimane l'Italia si è trova a dover fare a meno di circa 30 milioni di metri cubi di metano al giorno. In questo momento, però, non c'è rischio di approvvigionamento per il Paese. Anche perché, complice la stagione calda, i quantitativi sono più che sufficienti a coprire il fabbisogno nazionale. I volumi, inoltre, sono in linea con quelli dello scorso anno. Si viaggia a una media giornaliera di 155 milioni di metri cubi a fronte di 195 milioni di metri cubi disponibili. Per cui, il sistema regge. E a frenare gli stoccaggi (attualmente a un livello del 64% come ha certificato oggi Snam, ma devono arrivare all'80% entro ottobre) più che le quantità importate sono i prezzi, che continuano ad aumentare. Sul listino europeo di Amsterdam oggi il gas ha superato la quota di 170 euro a Megawattora. Questa situazione quale impatto può avere sulle sulle famiglie e sulle imprese nelle prossime settimane? E quali decisioni sta valutando di prendere il governo di fronte alla riduzione progressiva dei flussi di metano decisa da Mosca?
Che cosa cambierebbe con lo stato di allarme Il ministero della Transizione ecologica potrebbe alzare il livello di crisi del sistema gasiero nazionale, da preallarme ad allarme. Se si salisse al secondo "step", si tratterebbe di un gradino di maggiore attenzione che non farebbe comunque scattare misure eccezionali. Il "Piano di emergenza del sistema italiano del gas naturale" infatti prevede che in caso di preallarme e allarme non venga attivata «alcuna misura non di mercato, essendo demandate agli operatori (ovvero alle società energetiche) le azioni di mercato più opportune a permettere il ripristino tempestivo di una situazione di normalità». Con il livello di "allarme", insomma, sono previste misure "soft". Il ministero della Transizione Ecologica potrebbe chiedere a Snam, il principale trasportatore di metano nel paese, di chiedere a sua volta alle industrie di ridurre volontariamente i loro consumi, come prevedono i contratti di fornitura. Il ministro Cingolani ha annunciato che il governo sta lavorando ad un piano di risparmio energetico basato sull'educazione dei cittadini che prevederà alcune semplici misure come la riduzione della temperatura massima consentita nel periodo invernale per il riscaldamento.
Ipotesi razionamenti Con l'incertezza del quadro energetico non si possono escludere scenari di austerity. ià alcune settimane fa, un emendamento al decreto bollette approvato dalle commissioni Ambiente e Attività produttive delle Camera ha introdotto una stretta ai condizionatori delle pubbliche amministrazioni. Tra le ipotesi prese in considerazione dall'esecutivo c'è quella di una riduzione dell'illuminazione di monumenti, edifici e luoghi pubblici. Oltre a prevedere una stretta più forte sui climatizzatori, tra le misure allo studio c'è anche quella di rimodulare l'attività industriale di alcune filiere a ciclo continuo, per ottenere un minor consumo di energia. Misure più drastiche – come tagli di forniture alle centrali elettriche e alle industrie o l'utilizzo degli stoccaggi – verrebbero prese in esame solo se fosse dichiarato lo stato di emergenza (il livello "tre" del Piano), un'opzione che però al momento non viene assolutamente considerata.
Bollette più care dopo l'estate? L'impennata dei prezzi del gas sulla piazza di Amsterdam rischia di avere effetti negativi anche sulle bollette energetiche dei prossimi mesi per gli italiani. Per il terzo trimestre, grazie all'intervento del governo, non c'è stato l'aggiornamento tariffario da parte dell'Arera per cui ulteriori aumenti in bolletta sono stati evitati. In un anno però le bollette della luce sono aumentate del 90% e quelle del gas del 70%. Passata l'estate le cose potrebbero cambiare. Chi si trova in regime di Mercato Tutelato registrerà molto probabilmente una salita dei costi per le bollette di luce e gas. Per Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, «nella migliore delle ipotesi c'è da attendersi un aumento del 10% rispetto ai livelli attuali».