martedì 18 giugno 2024
L'isola oggi è la seconda regione in Italia per estensione dei vigneti. Il bianco batte il rosso perché piace anche ai più giovani
Il vino siciliano è diventato grande e spinge l'economia dell'isola
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Il mondo del vino si afferma sempre più come un elemento chiave dell'economia della Sicilia, tra produzione ed enoturismo. L’isola, infatti, è oggi il secondo vigneto d’Italia per estensione, (95.760 ettari coltivati) ed è la prima regione per superficie vitata biologica. I dati sono emersi dall’Osservatorio sulla competitività delle Regioni del Vino - Sicilia, realizzato da Nomisma Wine Monitor in collaborazione con UniCredit e presentato in occasione dell’edizione 2024 di Sicilia en Primeur. L’annuale anteprima dei vini siciliani, organizzata da Assovini Sicilia, si è tenuta a Cefalù a fine maggio, con il tema “Cultivating the Future”, in una riflessione sul futuro del vino, in un anno segnato da un calo delle importazioni mondiali.

Le ragioni sono congiunturali e strutturali: gli importatori hanno accumulato scorte eccessive per timori di interruzioni e aumento dei prezzi, mentre il rallentamento economico e l'inflazione hanno ridotto la capacità di spesa dei consumatori. Intanto, i consumi di vino stanno cambiando: diminuisce l'acquisto di vino rosso, i giovani bevono meno e si preferiscono vini leggeri e a bassa gradazione alcolica. In uno scenario in continua mutazione, la Sicilia continua il suo percorso rivoluzionario, avviato tra gli anni Novanta e Duemila. «Il vino – spiega Alessio Planeta, Ad della storica azienda di famiglia – è anche uno strumento fondamentale per lo sviluppo turistico, che è in continua crescita. La stagione è lunghissima, il clima permette di visitare tutta l’Isola non soltanto d’estate.Per il futuro si guarda alla sostenibilità e al racconto dei diversi territori: l’obiettivo è aumentare la conoscenza specifica della Sicilia, aumentando anche la percezione della qualità offerta. Oggi i vini bianchi e le colture biologiche sostengono la Sicilia nonostante la riduzione dei raccolti a causa di eventi climatici estremi e peronospora.

Nel 2023, l'export di vini rossi Dop è calato del 4%, mentre quello di vini bianchi Dop è aumentato del 7%. Tenendo presente che i dati Istat non considerano le spedizioni dai porti di altre Regioni, l'export totale dei vini e mosti siciliani è probabilmente ancora superiore. Nella grande distribuzione, le vendite di vini Dop regionali sono aumentate del 5,3% a valore e dello 0,3% a volume. «Ora la grande opportunità – commenta Matteo Zoppas, presidente dellIce, l’agenzia per la promozione delle imprese italiane all’estero – è lavorare per promuovere e valorizzare il made in Italy sui canali internazionali di distribuzione. Abbiamo vini di grande valore che all'estero non vengono ancora sufficientemente valorizzati. La Sicilia sta facendo molto e c'è un grande interesse verso i vini isolani e vulcanici».Secondo un sondaggio dell'Osservatorio, i vini siciliani si sono classificati al quinto posto per notorietà, dietro a quelli di Piemonte, Toscana, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.

«La Sicilia – conclude Mariangela Cambria, Presidente di Assovini Sicilia – non è una Regione, ma un vero continente vitivinicolo. Abbiamo appena celebrato un doppio compleanno: 25 anni dalla fondazione di Assovini Sicilia e 20 anni anni dalla prima edizione di Sicilia en Primeur. L’associazione, che oggi riunisce quasi cento aziende vitivinicole, è stata protagonista della storia della vitivinicoltura siciliana e della sua rivoluzione. Spero che la nostra esperienza possa essere d’esempio anche per altri territori Saper fare squadra, anche tra potenziali concorrenti, si rivela sempre vantaggioso per tutti».

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