mercoledì 4 gennaio 2017
A 2mila disoccupati sorteggiati 560 euro al mese. La novità è che chi troverà lavoro non perderà il sussidio In questo modo l’aiuto e lo stipendio non sono alternativi
La Finlandia sperimenta il reddito di cittadinanza
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Forse mettere in parallelo il tasso di disoccupazione italiano – 11,6% – con quello finlandese – 8,1%, praticamente invariato sull’anno precedente – non aiuta a capire le dinamiche che possono spingere un governo, quello del Paese nord europeo appunto, ad introdurre un reddito per disoccupati.

Che va considerato come un minimo garantito alla stregua del reddito di cittadinanza (che spetta a tutti i cittadini indipendentemente dal loro stato lavorativo), orizzonte verso il quale Helsinki intende muoversi in futuro anche grazie a questa fase di sperimentazione. Certo la Finlandia ha solo 5,5 milioni di abitanti contro i quasi 60 milioni dello Stivale e lo stipendio medio mensile si attesta a 3.500 euro. In buona sostanza ben differenti condizioni socio-economiche. Eppure la Finlandia è diventato il primo Paese europeo ad approvare un reddito mensile pari a 560 euro per i propri cittadini disoccupati. Obiettivo dell’iniziativa, secondo quanto comunicato dal governo di centro- destra di Helsinki, portata avanti dal primo ministro Juha Sipilä, è tagliare la burocrazia, ridurre la povertà e contribuire ad aumentare l’occupazione.

Un esperimento sociale che ha preso l’avvio il primo gennaio e durerà due anni. Saranno 2.000 i disoccupati di età compresa tra i 25 e i 58 anni (estratti a sorte tra i 213mila senza lavoro) che riceveranno i 560 euro mensili che potranno spendere come vorranno, senza dover rendere conto a nessuno. Olli Kangas, dell’agenzia governativa Kela, nell’annunciare il via libera all’iniziativa, ha pure sottolineato che dalla somma non verrà detratta una eventuale altra entrata ricevuta dal disoccupato. Un cambiamento epocale, questo, dal momento che finora chiunque percepiva uno stipendio mensile di almeno 400 euro perdeva il sussidio di disoccupazione. Anche perché uno dei principali problemi consisteva nel fatto che il reddito minimo garantito avrebbe potuto costituire un disincentivo al lavoro.

E peraltro ai duemila sorteggiati verrà mantenuto anche l’aiuto per l’abitazione, per chi ne ha diritto. «È molto interessante vedere come le persone si comporteranno » ha osservato Kangas. «Questo incentivo li porterà a sperimentare con coraggio diversi tipi di posti di lavoro? Oppure, come sostengono alcuni critici, li renderà più pigri vista la possibilità di ottenere un reddito di base senza fare nulla?». In 24 mesi, probabilmente, le due domande troveranno risposta.

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