L’aggiornamento della classifica degli uomini più ricchi del mondo preparata da Forbes conferma soprattutto un dato: la corsa delle Borse, a dispetto delle difficoltà dell’economia reale, sta creando una situazione di diseguaglianza difficilmente sostenibile. In un anno di recessione mondiale le persone con un patrimonio superiore al miliardo di dollari sono passate da 2095 a 2755. È un aumento strabiliante: +31% nel giro di 12 mesi. Il patrimonio complessivo dei miliardari ha segnato una crescita ancora più impressionante: +63,7%, passando da 8mila a 13.100 miliardi di dollari. La grandissima parte di questo aumento della ricchezza si spiega solo con un fattore: l’aumento del valore delle azioni controllate dai miliardari. Non è una sorpresa: nel 2020 il Prodotto interno lordo degli Stati Uniti è diminuito del 2,3% ma Wall Street ha comunque chiuso l’anno con un guadagno del 16,3%. L’equilibrio tra la capitalizzazione delle aziende e gli utili che sanno generare (misurato dal P/E ratio, cioè il rapporto prezzo-utili) è saltato: per il Dow Jones è balzato da 17,5 a 33,9 punti, per il Nasdaq da 23,2 a 38,1. È successo in America ma anche in Europa (a Milano, per esempio, il P/E ratio è quasi raddoppiato, da 8,4 a 14,6) e il motivo è noto a tutti: una buona parte delle migliaia di miliardi di dollari, euro, sterline e yen messi in circolazione dalle banche centrali per sostenere l’economia sono andati dritti in Borsa. Gonfiando i patrimoni dei miliardari.
A partire dal più miliardario di tutti, Jeff Bezos. Il fondatore di Amazon ha ancora una quota del 10,6% della sua azienda. Nell’ultimo anno le azioni amazon hanno guadagnato il 54%, la capitalizzazione complessiva del gruppo è passata da 1.057 a 1.630 miliardi di dollari e la quota di azioni di Bezos oggi vale 177 miliardi. Abbastanza da farne l’uomo più ricco del mondo. È andata ancora meglio a Elon Musk, che con un patrimonio di 151 miliardi è al secondo posto di questa classifica. Grazie alla pazzesca corsa di Tesla (che a Wall Street ha guadagnato il 530% in un anno) e alla valutazione di 74 miliardi di dollari che i fondi hanno dato alla sua SpaceX, la compagnia dei razzi lanciati in orbita, il patrimonio di Musk in 12 mesi è passato da 24,6 a 151 miliardi di dollari. Tutti i miliardari della classifica hanno vissuto simili impennate dei redditi: è successo a chi fa attività molto tradizionali, come il re del lusso mondiale Bernard Arnault, terzo in classifica con 150 miliardi di dollari di patrimonio, a chi si occupa (o si occupava) di tecnologia come Bill Gates e Mark Zuckerberg (rispettivamente terzo e quarto in classifica). E le stesse dinamiche le hanno vissute, nel loro piccolo, i miliardari italiani: il primo, Leonardo Del Vecchio, è 62esimo, con un patrimonio passato da 16,1 a 25,8 miliardi di dollari quasi esclusivamente per effetto dell’aumento delle azioni di Essilor Luxottica.
Quella di questi miliardari è quasi tutta ricchezza “quotata”, patrimoni in balìa degli umori e delle aspettative degli investitori. I governi potrebbero anche decidere di attingere ai fondi dei più ricchi per finanziare il contrasto alla pandemia. Il Fondo monetario internazionale lo suggerisce esplicitamente nel suo ultimo Fiscal Monitor: «Le economie avanzate possono aumentare la progressività delle tasse sui redditi, aumentare il gettito da imposte su eredità e donazioni e sulla proprietà – scrive il Fmi –. Potrebbero essere presi in considerazione i contributi di recupero COVID-19 e le imposte "in eccesso" sugli utili aziendali».