Segnali di miglioramento dal mercato
del lavoro:
il tasso di disoccupazione scende nel terzo
trimestre dell'anno all'11,7%, dal 12,3% del trimestre
precedente. A certificarlo è l'ultimo report dell'Istat con i
dati trimestrali (tendenza confermata dalla stima già diffusa
per il mese di ottobre, che indica il tasso di disoccupazione in
calo all'11,5%).
Nello stesso trimestre, ma nel confronto annuo,
gli occupati aumentano di 247mila unità e oltre la loro metà
(+136mila) si concentra nel Mezzogiorno (dove tuttavia il tasso
dei senza lavoro resta al top territoriale, al 19%). Questo fa
sì che comunque, sottolinea lo stesso Istituto, per il secondo
trimestre consecutivo "si riducono i divari territoriali".
Nel complesso, a crescere sono soprattutto i dipendenti a
termine (+182mila) rispetto a quelli classificati come
permanenti (+59mila), sempre nel confronto annuo. Il numero di
occupati più giovani tra 15-34 anni torna ad aumentare, mettendo
a segno un +56 mila. Il titolo di studio comunque paga: il tasso
di occupazione cresce infatti di più tra i laureati, rispetto ai
diplomati o a chi ha la licenza media.
I dati, però, per i sindacati non sono sufficienti per
voltare pagina e parlare di ripresa vera. "L'occupazione
continua ad essere bassa", sottolinea il segretario della Cgil,
Susanna Camusso, per la quale "il nodo fondamentale continua ad
essere quello della disoccupazione dei ragazzi, delle donne, di
coloro che sono usciti o non riescono ad entrare nel mercato del
lavoro. Si potrà parlare effettivamente di ripresa quando
cambierà il dato strutturale della disoccupazione".
I dati
"ancora una volta testimoniano che siamo di fronte ad una
ripresa in chiaroscuro, molto fragile e disomogenea", commenta
il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, insistendo
sulla necessità di mettere in campo interventi strutturali e di
cambiare la legge Fornero per favorire l'ingresso dei giovani.
Il report dell'Istat conferma anche un'abitudine italiana: la
prevalenza del canale informale nella ricerca di lavoro.
Rivolgersi a parenti, amici e conoscenti resta infatti l'azione
più diffusa e in crescita (89,2% nel terzo trimestre); dopo c'è
l'invio di curriculum (73,1%) e poi internet (59,1%), azioni più
frequenti tra i giovani e i laureati. Ed un elevato titolo di
studio si conferma restare un vantaggio nel mercato del lavoro:
il tasso di occupazione, sempre nel terzo trimestre dell'anno
cresce, infatti, di più fra i laureati, attestandosi al 75,7%
(+0,8 punti nel confronto annuo), rispetto al 63,2% di quello
dei diplomati e al 43,5% del tasso riferito a chi ha al più la
licenza media (+0,7 e +0,5 punti, rispettivamente)