Vengono annunciati oggi i risultati delle elezioni parziali irlandesi in cui ieri secondo i sondaggi il governo di Brian Cowen doveva rassegnarsi a perdere uno dei tre seggi che gli danno la maggioranza in parlamento: mentre il Paese va verso elezioni politiche anticipate tra un paio di mesi questa consultazione nella contea di Donegal aggiunge ancora incertezza all’applicazione del piano di risanamento quadriennale da 15 miliardi che il premier Cowen ha annunciato mercoledì. Una sconfitta nel Donegal farebbe aumentare i rischi nel voto del 7 dicembre sulla finanziaria 2011, prima tappa del risanamento. Anche ieri i mercati si sono mossi in un clima di incertezza che non è stato migliorato in modo percepibile dalle dichiarazioni con cui Angela Merkel ha cercato di chiarire che la sua linea di rigore nei salvataggi di Paesi in crisi non punta, prima del 2013, far partecipare alle perdite gli investitori incauti o sfortunati. La signora Merkel ha assicurato che l’euro non corre veri rischi perché l’Europa si sta dimostrando «più solidale di un anno fa». Se la sua voleva essere una mezza marcia indietro rispetto alle dure parole con cui nei giorni scorsi il cancelliere ha scosso gli operatori, suscitando anche critiche del presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker, non è così che ieri i mercati l’hanno capita. Poco rassicurati dal cancelliere e ancor meno dalla situazione in Irlanda, politica e non, i mercati hanno registrato un aumento ai massimi da cinque mesi del rischio di insolvenza delle banche europee misurato dai contratti Credit default swap (Cds). L’euro ha continuato intanto ad risentire della pressione dei rischi di contagio da Dublino verso Portogallo e Spagna muovendosi sui minimi da due mesi, attorno a quota 1,337 rispetto al dollaro. In assenza dei riferimenti a Wall Street, oggi inattiva per il Giorno del Ringraziamento, le Borse europee hanno chiuso con modesti guadagni un’altra giornata grigia. Gli indici guida delle principali Borse europee hanno registrato un +0,02% a Milano, +0,82% a Francoforte, +0,74% a Londra, +0,34% a Parigi. In negativo invece Madrid (-0,21%), Atene (-0,7%) e più pesantemente Dublino (-1,17) trainata al ribasso dal settore del credito, colpito tra l’altro dalla decisione dell’agenzia Moody’s di mettere sotto osservazione alcune banche del Paese in vista di ulteriori declassamenti del rating. La Allied Irish Bank ha perso l’11,76% e la Bank of Ireland il 3,76%. Ad Atene, la Bank of Greece ha sfiorato una perdita del 4%. A non rasserenare il clima ha contribuito la decisione della sede di compensazione londinese LCH-Clearnet di aumentare i margini richiesti per trattare bond sovrani di Dublino, imponendo così alle banche irlandesi altre difficoltà per rifinanziarsi. Con l’aria che tira ha suscitato un certo scetticismo l’annuncio della Commissione europea di una nuova serie di stress test in arrivo sulle banche dell’Ue per verificarne la resilienza alle crisi. La prima serie di test condotta in luglio su 90 banche aveva bocciato solo cinque spagnole, una greca e una tedesca: le irlandesi erano state promosse tutte, a pieni voti.