Via libera al piano di rilancio di Termini Imerese. L’accordo di programma per la riconversione del sito industriale in via di dismissione da parte della Fiat è stato siglato ieri sera al ministero dello Sviluppo economico. Prevede investimenti complessivi per un miliardo di euro, quasi la metà fondi pubblici, per l’avvio di sette progetti imprenditoriali scelti fra i 31 presentati in questi mesi. Investimenti che dovranno garantire il mantenimento dell’attuale occupazione della Fiat e dell’indotto, circa 2200 persone. L’obiettivo però è più ambizioso e punta ad arrivare a regime a 3300 occupati nell’area. «Da una situazione di crisi ne abbiamo ricavato una straordinaria
case history italiana di ristrutturazione aziendale, industriale, che dà anche alla Sicilia la possibilità di raddoppiare l’occupazione», ha commentato il ministro dello Sviluppo Paolo Romani. Dopo la sigla dell’accordo tra i soggetti coinvolti (Regione Sicilia, provincia di Palermo, il Comune di Termini, l’ente di sviluppo Asi e Fiat) il documento è stato illustrato ai sindacati. Le organizzazioni erano presenti però con i segretari confederali e non con i leader, circostanza che ha provocato l’irritazione del ministro.Domani pomeriggio ci sarà la firma finale. Per incentivare gli investimenti privati, sul piatto arrivano 450 milioni di euro pubblici (350 dalla Regione e 100 dal ministero). La Fiat lascerà lo stabilimento (già inattivo) entro fine anno e si è impegnata a cedere gratuitamente i terreni e i fabbricati all’Asi una volta appurato che a Termini non sbarcherà un gruppo concorrente. Il Lingotto si farà carico anche di eventuali bonifiche. Le aree saranno poi suddivise tra le aziende coinvolte. Per beneficiare dei terreni e dei fondi pubblici le imprese dovranno impegnarsi ad avviare l’attività entro 20 mesi e a mantenere i livelli occupazionali per dieci anni. «Abbiamo costruito le condizioni per un futuro di lavoro», ha commentato il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra, aggiungendo che «poi approfondiremo nel merito» le singole proposte. Positivo anche il giudizio di massima di Paolo Pirani (Uil) che ha chiesto un incontro con tutti gli imprenditori. La Cgil, con Vincenzo Scudiere, sospende il giudizio «in attesa di conoscere i piani industriali» delle aziende coinvolte.I progetti inseriti nella
short list per Termini Imerese da Invitalia, l’advisor del ministero dello Sviluppo, sono sette, di cui due del comparto auto. Si tratta della De Tomaso di Gian Mario Rossignolo (auto di lusso) e di Cape Reva di Simone Cimino (auto elettrica). Gli altri cinque progetti spaziano in diversi settori: energie rinnovabili (Bio Gen Termini, pannelli solari), serre fotovoltaiche (Ciccolella), grande distribuzione (Newcoop), protesi mediche (Lima) e fiction cinematografica (Med Studios). C’è poi un’ottava proposta che resta in "panchina": si tratta della Dr Motor Company di Isernia (settore auto) che si è presentata fuori tempo.