Nuova indagine di Linkedin - Archivio
I nuovi dati di Linkedin, il più grande network professionale del mondo, fanno luce sull'impatto che la pandemia ha avuto sulla vita dei genitori che lavorano. Il Workforce Confidence Index di Linkedin, un'indagine che ha coinvolto oltre 1.000 professionisti italiani, rileva gli attuali stati d’animo sul mercato del lavoro italiano utilizzando un punteggio di fiducia. Gli ultimi insight di LinkedIn mostrano che la fiducia dei professionisti in Italia è rimasta stabile rispetto alla precedente ricerca, riportando il punteggio dell'indice di fiducia nazionale a 33 (su una scala da -100 a 100). Approfondendo i dati, il team di Linkedin ha notato che i professionisti del settore sanitario hanno ottenuto il punteggio di fiducia più elevato, relativamente alle loro possibilità di ottenere o mantenere un posto di lavoro, con uno score individuale di 50 (su una scala da -100 a 100).
Lavoro e finanza
Mentre la sicurezza e la stabilità del posto di lavoro rimangono una delle preoccupazioni principali, i professionisti italiani sono leggermente più fiduciosi nelle loro possibilità di ottenerne uno nuovo o mantenere quello attuale, portando il punteggio dell'indice di fiducia a 49 (su una scala da -100 a 100), un punto in più rispetto al mese scorso. Per quanto riguarda la gestione delle proprie finanze personali, questo mese i professionisti italiani sono un po' più ottimisti, con uno score di 30 (su una scala da -100 a 100), un punto in più rispetto al mese precedente.
Impatto sui genitori che lavorano
Con la chiusura delle scuole dovuta alla pandemia, molti genitori che lavorano hanno dovuto assumersi ulteriori responsabilità, come accudire e istruire a tempo pieno i propri figli. Ciò ha impossibilitato molti genitori con un impiego a concentrarsi sul lavoro. Il 43% dei genitori che lavorano in Italia ha ammesso di non riuscire a concentrarsi sul lavoro mentre i figli sono a casa. La ricerca di un equilibrio fra queste nuove responsabilità ha anche fatto sì che molti genitori impiegati abbiano dovuto lavorare alcune ore aggiuntive al di fuori del loro normale orario di lavoro. È stato ammesso dal 35% dei genitori che lavorano in Italia. Mentre i genitori lavoratori di sesso maschile (56%) e quelli di sesso femminile (54%) hanno quasi la stessa probabilità di chiedere al partner di alternarsi nelle responsabilità di badare ai più piccoli, gli uomini sono leggermente più propensi a chiedere questo tipo di scambio. Inoltre, dover badare ai bambini a tempo pieno è una responsabilità che ricade leggermente più spesso sulle donne (27%) rispetto agli uomini (23%). L'aggiungersi di altre responsabilità domestiche e la drastica destabilizzazione dell'equilibrio tra vita privata e vita lavorativa stanno avendo un impatto evidente sulle professioniste. Il 37% ha riferito un aumento dei livelli di stress e di ansia, il 6% in più rispetto alle loro controparti maschili. In più, le donne lavoratrici risultano meno fiduciose dei loro colleghi maschi, relativamente alle prospettive di carriera a lungo termine presentano un indice di fiducia di 25 (su una scala da -100 a 100), mentre riguardo alla loro fiducia nella capacità di gestire le loro finanze personali emerge uno score di 15 (su una scala da -100 a 100).
«I nostri dati – spiega Marco Valsecchi, News Editor di LinkedIn per l'Italia - mostrano che la pandemia ha avuto un impatto significativo sulla vita dei genitori che lavorano, lasciando molti di loro a destreggiarsi a fatica tra le responsabilità del lavoro a tempo pieno e la cura dei figli. Mentre aspettiamo la riapertura delle scuole, sarà importante che i datori di lavoro possano offrire orari più flessibili o con turni, in modo da garantire che i genitori abbiano il sostegno di cui hanno bisogno ora. Inoltre, i nostri dati mostrano anche che la pandemia ha avuto un impatto sulla fiducia delle donne professioniste, aumentando i loro livelli di stress e ansia, e al contempo è diminuita la loro fiducia in relazione alle prospettive di carriera. Nello stesso momento in cui ci ritroviamo ancora ad affrontare gli effetti della pandemia, è importante garantire che la lo stato attuale non accentui le disparità di genere ancora esistenti».