Calano in tutti i settori produttivi gli infortuni mortali sul lavoro accertati nel 2013. È quanto emerge dal rapporto annuale Inail. Nell'industria e nei servizi la diminuzione in un anno è stata del 22,22% per un totale di 560 infortuni contro i 720 del 2012; nell'agricoltura il calo è stato del 18,27%, con 85 decessi contro 104. Unica voce in crescita sono gli infortuni avvenuti per conto dello Stato, precisa il rapporto, passati da 11 a 15 con un aumento del 36,36%. Quanto alla mappa geografica delle morti sono state 180 nel Nord Ovest contro 224 del 2012, 134 nel Nord Est contro i 211, 148 al Centro contro 161 e 133 al Sud contro 175; unica area in crescita le isole con 165 infortuni mortali, uno in più rispetto all'anno precedente.La serie storica del numero degli infortuni "prosegue l'andamento decrescente". Nel 2013 sono state registrate 695mila denunce di infortuni. Rispetto al 2012 si ha una diminuzione di circa il 7%, il 21% in meno rispetto al 2009. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono poco meno di 460mila, di cui più del 18% "fuori dell'azienda", cioè "con mezzo di trasporto" o "in itinere"."I dati dell'Inail riflettono la crisi economica, la riduzione degli introiti è anche figlia delle imprese che chiudono e dei lavoratori che perdono il posto e quando l'azienda va in difficoltà l'Inail è uno dei costi da tagliare". Lo afferma il ministro del Lavoro
Giuliano Poletti intervenendo alla presentazione della relazione annuale dell'istituto. Il calo degli incidenti sul lavoro non è tuttavia solo 'merito' della crisi: "I numeri dicono che, anche depurando i dati dalla riduzione della percentuale di occupati e imprese, c'è una riduzione effettiva degli infortuni e delle morti, che spiegano come il lavoro fatto sul versante della prevenzione, dell'informazione e della relazione con imprese e lavoratori sta dando esiti positivi".