Il governo ha deciso un primo pacchetto di dismissioni da 10-12 miliardi che prevede, tra l'altro, cessione di quote di controllo e non di controllo di alcune società, e la cessione del 3% di Eni senza discesa sotto il 30%, con una operazione di buyback. Lo ha annunciato stamani il presidente del Consiglio
Enrico Letta al termine del Consiglio dei ministri."Abbiamo intenzione di interventire su alcune partecipazioni, dirette e indirette, con la cessione al mercato di quote non di controllo tranne che per Sace" e la parte commerciale di Grandi Stazioni, ha detto Letta annunciando che si tratta di Stm, Enav, Fincantieri, Cdp Reti, Tag. "Dentro il pacchetto c'è anche un buyback che riguarda Eni con la cessione di un ulteriore 3% di Eni, senza discesa sotto il 30%, attraverso un buyback che consentirà l'anno prossimo di avere azioni in sovrannumero che venderemo al mercato", ha aggiunto il premier.Secondo un comunicato di Palazzo Chigi, si tratta di "cessione di quote eccedenti la percentuale complessiva del 30% riveniente anche a seguito di operazioni di buyback e successivo annullamento di azioni proprie". Gli introiti previsti dal piano sono "10-12 miliardi che andranno per metà alla riduzione del debito 2014 e per metà alla ricapitalizzazione di Cdp".Letta infine, nel ribadire che le famiglie non pagheranno la seconda rata Imu come da impegno del governo, ha detto: "Ho visto che si sono scatenate le più maliziose e negative interpretazioni sul rinvio" dei decreti legati all'Imu e sulle quote di Bankitalia, ma lo slittamento a martedì è "esclusivamente dovuto al fatto formale che i due provvedimenti devono andare in parallelo"; su Bankitalia attendiamo "il parere della Bce atteso nelle prossime ore". I due decreti, ha detto il premier, sono legati "perché le banche saranno toccate da entrambi", visto che "aumenteranno gli acconti per banche e assicurazioni".Intanto
il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi è preoccupato: "Domani faremo avere al Governo un documento, una lettera, dove sottolineeremo le cose che devono essere tenute presenti nella stesura finale della legge di Stabilità". "C'è molta inquietudine, molto nervosismo nella nostra base - ha spiegato Squinzi- e per questo domani scriveremo al governo perché abbiamo bisogno di reperire risorse per fare ripartire l'economia".Commentando poi le tre priorità indicate dallo stesso Letta dove allocare le risorse che saranno reperite dalla spending review "sono tutte condivisibili - ha sottolineato Squinzi - e l'intervento sul cuneo fiscale del lavoro è assolutamente prioritario. Il governo ha già effettuato degli interventi, come quelli per esempio legati alpagamento dei debiti della pubblica amministrazione, e qualcosa si sta muovendo ma per noi non è ancora sufficiente".