L'Ilva ha comunicato ai sindacati di categoria che chiederà la cassa integrazione straordinaria (cig) nei confronti di 6.500 lavoratori (di cui 6.417 per lo stabilimento di Taranto). La cassa integrazione, secondo fonti sindacali, comincerà il 3 marzo prossimo e avrà la durata di 24 mesi.
SONO 6.417 SOLO A TARANTOAmmonta a 6.417 unità la cassa integrazione chiesta dall'Ilva per lo stabilimento di Taranto. La cig, a qunto si è appreso, sarebbe così distribuita fra le varie aree produttive: produzione ghisa 957 addetti, acciaierie 940, laminazione 1574, tubi e rivestimento 607, servizi di staff 1249, manutenzioni 1090. La cassa decorrerebbe dal 3 marzo e sarebbe straordinaria per 24 mesi. Il 2 marzo all'Ilva terminano sia la cassa in deroga chiesta per due mesi, gennaio-marzo, per 1396 unità, sia la cassa ordinaria per crisi di mercato chiesta per un massimo di 1400 unità a metà novembre. Giovedì ci sarà un incontro alle 10 al ministero del Lavoro. La cassa integrazione chiesta oggi dall'Ilva ai sindacati metalmeccanici per 6.417 dipendenti, sarà straodinaria per una durata di due anni, è a partire dal 3 marzo prossimo ed è finalizzata all'attuazione degli interventi di risanamento ambientale previsti dall'Aia. A precisarlo, nel documento consegnato ai sindacati metalmeccanici, è stata la stessa azienda. " In forza dell'assetto di marcia degli impianti nel corso della ristrutturazione - si legge nel documento - la produzione giornaliera sarà di circa 18mila tonnellate di acciaio nel periodo di fermata dell'altoforno 1 e di circa 10mila nel periodo di contemporanea fermata degli altiforni 5 ed 1, a fronte delle 30mila tonnellate giorno producibili in pieno assetto produttivo". Nel documento l'Ilva specifica " che le fermate programmate produrranno una ridotta alimentazione dei reparti a valle dello stabilimento di Taranto e/o delle altre unità produttive". La cassa integrazione straodinaria - viene precisato ancora dall'azienda - riguarderà, oltre allo stabilmento di Taranto, quelli di Torino e Patrica.