Conto alla rovescia per l'Ilva: entro l'11 ottobre l'azienda dovrà aver avviato le operazioni di spegnimento degli impianti così come disposto dalla magistratura. Rispetto a tutte le altre direttive della Procura questa è la più stringente sia perché fissa una scadenza temporale, e anche abbastanza ravvicinata, sia perché prospetta molto chiaramente che eventuali omissioni e ritardi saranno segnalati dai custodi, responsabili delle aree sequestrate, all'autorità giudiziaria.È molto probabile che già oggi l'Ilva assuma una posizione, forse con un comunicato. Questo è quanto si apprendeva ieri da fonti aziendali, precisando che nelle ultime ore si sono susseguite una serie di riunioni per mettere a punto la linea della società. L'Ilva negli ultimi giorni ha prima dovuto prendere atto del no della Procura e del gip al piano da 400 milioni per i primi interventi di risanamento della fabbrica, giudicato dai magistrati assolutamente inadeguato e inconsistente, e ora deve provvedere a fermare gli impianti, compreso il grande altoforno 5 che sinora ha sempre cercato di tenere al riparo per evitare contraccolpi pesanti produttivi e, conseguentemente, occupazionali.Per quanto riguarda i lavoratori, non si segnalano al momento né scioperi, né proteste. I sindacati non sono orientati a proclamare astensioni dal lavoro come è avvenuto nelle scorse settimane. In realtà la Fiom è già contraria da settimane agli scioperi, tant'è che dagli ultimi si è dissociata rompendo anche con Fim e Uilm. La Fim stamattina sta vedendo come organizzare le assemblee tra i suoi iscritti mentre la Uilm sarebbe tentata dagli scioperi, raccogliendo la pressione dal basso, che dice essere molto forte, ma per il momento vi un atteggiamento cauto.Per il comitato "Cittadini e lavoratori liberi e pensanti", che raccoglie l'adesione anche di lavoratori Ilva non più iscritti ai sindacati metalmeccanici "fare adesso degli scioperi significherebbe protestare contro la magistratura e soprattutto creare disagi a Taranto e ai cittadini quando invece se si è giunti al punto limite la responsabilità è di Riva e dell'Ilva". Sostengono invece l'azione dei magistrati e dei custodi, diversi movimenti ambientalisti, che già venerdì sera hanno dato vita a una manifestazione nel centro di Taranto con la partecipazione di sei-settemila persone.Domani, intanto, l'Ilva dovrebbe presentare al Tribunale del riesame di Taranto il ricorso contro l'ultimo atto del gip Patrizia Todisco. Il ricorso riguarda la bocciatura del piano aziendale sui primi investimenti per mettere in sicurezza la fabbrica sotto il profilo ambientale confermando la decisione dello spegnimento di una serie di impianti. Sempre domani a Roma comincia l'ultima serie di riunioni che dovrà portare entro il 17 al varo della nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia) all'Ilva, il provvedimento che conterrà le regole di esercizio impianti cui l'azienda dovrà attenersi ma anche le prescrizioni che dovrà rispettare per ridurre drasticamente le emissioni inquinanti nell'aria.