martedì 14 aprile 2020
Secondo la Iata a rischio anche 25 milioni di posti di lavoro
Compagnie aeree: perdite per 314 miliardi di dollari
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Si tratteggiano scenari sempre più cupi per il mondo dei vettori del trasporto aereo passeggeri. Le ultime previsioni della Iata, l'associazione internazionale delle linee aeree, infatti ha alzato ulteriormente l'asticella delle proiezioni negative sulle perdite dei gruppi dell'aviazione. Se ai primi di marzo la Iata ipotizzava che il Covid-19 avrebbe affossato i bilanci dei vettori con una perdita, nel corso del 2020, di 113 miliardi di dollari - quando solo il 20 febbraio precedente aveva indicato una perdita che andava a sfiorare i 30 miliardi di dollari - oggi la stessa associazione ha rivisto molto in negativo i danni arrecati dal fermo globale dei voli. Infatti i ricavi da passeggeri subiranno una perdita di 314 miliardi di dollari questo a causa "del significativo peggioramento della crisi" che coinvolgerà praticamente tutto il globo. Secondo la Iata la domanda passeggeri è destinata a ridursi del 48% sul 2019. Anche perché la ripresa riguarderà principalmente il mercato domestico. Secondo il Ceo della Iata, Alexandre de Juniac, nonostante le misure di sostegno dei Governi "Le compagnie potrebbero bruciare sino a 61 miliardi di dollari di riserve cash solo nel secondo trimestre". A rischio 25 milioni di posti di lavoro.

Tutto questo nelle ore in cui il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, torna a parlare del salvataggio di Alitalia. "Credo - afferma la titolare del Dicastero - che le altre compagnie degli altri Paesi europei e non stiano vivendo esattamente come le nostre compagnie una situazione di grande stress. Questo ci consentirà di trovare uno strumento europeo per sostenere le compagnie aeree europee. Poi noi abbiamo la specificità della vicenda Alitalia sulla quale il governo farà un importante investimento, anche perchè il ruolo di Alitalia è fondamentale per il rilancio dell'economia e del turismo nei prossimi mesi e nei prossimi anni".

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