giovedì 9 maggio 2024
La Next mobility exhibition (Nme), due giorni fieristica milanese, serve a fare il punto sulla situazione del settore. La transizione ecologica avanza ma gli operatori denunciano la carenza di aiuti
Uno stand della fiera Nme

Uno stand della fiera Nme - Fotogramma

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Passeggiando tra gli stand quello che salta all’occhio è la numerosa presenza di mezzi elettrici, europei, turchi e cinesi che siano tutti alimentati dalla corrente. Nuovi mezzi, soluzioni software, servizi digitali, infrastrutture di ricarica, lo spaccato di un settore in mutamento. Emerge dagli stand di Rho Fiera Milano di Nme.La mobilità è al centro di un grande sforzo di rinnovamento anche grazie alle risorse del Pnrr, quasi 10 miliardi di euro per potenziare i servizi di trasporto e la mobilità sostenibile ed aumentare del 10% lo share modale verso il trasporto pubblico, cioè trasferire quote degli spostamenti privati verso modalità collettive, che significa minor congestione e maggiore sostenibilità. L’edizione aperta ieri di Nme a Rho Fiera si svolge contemporaneamente a Transpotec logitec, l’evento leader in Italia per l’autotrasporto e la logistica - 100mila imprese, 900 milioni di tonnellate trasportate eppure, secondo Fai Conftrasporto in Italia mancano 20mila autisti che diventano 500mila in Europa. Per riflettere sul futuro dei trasporti e della mobilità su due mercati differenti ma accomunati da sfide comuni quali la transizione energetica, a tal punto che qui sono confluite 539 aziende provenienti da 22 Paesi.

Al centro l’autobus con i suoi numeri confortanti: nel solo 2023 l’immatricolato a zero emissioni è cresciuto in Italia del 240%, con un 30% dei nuovi bus urbani immatricolati a zero emissioni, contro il 4% delle auto. Considerando anche i bus a lunga percorrenza la quota dell’elettrico nel nostro Paese rappresenta l’8%, il doppio rispetto a quella del settore auto privata. Non solo elettrico però, ma anche idrogeno. Nel Belpaese nell’ultimo anno si sono tenute le due più grandi gare per autobus ad idrogeno mai bandite in Europa: tra Bologna e Venezia circoleranno oltre 200 bus fuel cell e, da voci di corridoio, proprio ieri è stato siglato un nuovo contratto per un’azienda top secret. A decretare l’aumento dei volumi di autobus a trazione alternativa è la combinazione di fondi da Pnrr e da Piano strategico della mobilità sostenibile, che valgono insieme oltre 7 miliardi di euro fino al 2033 per l’acquisto di autobus a basse e zero emissioni ed infrastrutture di ricarica e 3,64 miliardi di euro per la filiera dell’idrogeno. Le alimentazioni alternative fanno inevitabilmente la parte del leone. Dodici i costruttori di bus hanno scelto il palcoscenico di Rho per presentare le soluzioni per un trasporto pubblico più efficiente e pulito così troviamo mezzi elettrici, a biodiesel, ad HVO e ad idrogeno.

Ma non sono tutte rose e fiori, anzi: «Il quadro finanziario del trasporto pubblico nazionale è preoccupante. C’è uno sbilancio di 1,7 miliardi, dovuto anche all’inflazione, che non solo mette in allarme l’intero settore ma rischia di non far centrare l’obiettivo indicato dal Pniec, il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, che indica uno shift modale, dalla mobilità privata a quella collettiva, del 10%», denunciano Agwns, Anav ed Asstra, le associazioni che rappresentano le imprese pubbliche e private del comparto. «Le analisi di esperti – aggiungono – confermano un pericoloso sbilancio finanziario, dovuto sia alla carenza annuale del Fondo nazionale di finanziamento del tpl, si tratta di quasi 800 milioni di euro, sia alle risorse che servirebbero a far fronte ai futuri costi di rinnovo del Ccnl di categoria, scaduto nel 2023, e che le organizzazioni sindacali hanno quantificato in circa 900 milioni di euro aggiuntivi a regime. Il sistema industriale del tpl – concludono - non può reggere senza una revisione del quadro delle risorse funzionali. Il rischio è una crescente riduzione dell’offerta che andrà a scoraggiare la domanda di mobilità pubblica, allontanando così il Paese dagli obiettivi di sostenibilità ambientale e di crescita economica».

Al di là delle preoccupazioni l’innovazione prosegue: spazio alle tecnologie di sicurezza attiva, in vista dell’entrata in vigore a luglio di stringenti norme europee. Il mondo della componentistica dalle applicazioni di Intelligenza Artificiale: specchietti digitali che superano il problema degli angoli ciechi, rilevatori di stanchezza e reattività del conducente basati sul riconoscimento facciale, sistemi di assistenza alla velocità, sensori di rilevamento di pedoni e ciclisti e dotazioni obbligatorie sui bus a luglio.

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