La campagna degli agrumi avviata ad ottobre “ha prezzi alla produzione bassissimi, con un outlook negativo per le Clementine Igp Calabria che realizzano in campagna un prezzo che non copre nemmeno i costi di produzione". Lo denuncia la Coldiretti calabrese aggiungendo che vanno poi registrati i danni consistenti causati dalle forti piogge. Per coprire i costi di produzione e raccolta, spiega il presidente regionale di Coldiretti, Franco Aceto, “ci vogliono almeno 35/40 centesimi a kg. Per gli agricoltori è un conto economico drammatico. Il territorio della Sibaritide - aggiunge Aceto - che impernia la sua economia proprio sulle clementine è soggetto ad un crac senza precedenti. I prezzi - ribadisce - non sono assolutamente remunerativi. Si profila un'annata da dimenticare, un trend drammatico che per le imprese agricole ha effetti pesanti oltre che sul piano economico anche occupazionale, nonchè dal punto di vista ambientale. Quest'anno si è aggiunta la crisi di mercato dovuta al Covid e, al solito, l'atteggiamento della GDO che non riconosce agli agricoltori prezzi remunerativi”.
La Coldiretti si impegna su diversi fronti. Innanzitutto verso cittadini-consumatori e gli operatori. Invita ad aderire concretamente alla campagna di mobilitazione #MangiaItaliano, privilegiando arance e clementine made in Calabria, come per tutti gli altri prodotti agroalimentari del territorio. E poi ancora "un patto etico di filiera" tra il mondo della produzione e della distribuzione per garantire almeno i costi di produzione e di raccolta. “Abbiamo inoltre chiesto al Dipartimento Agricoltura - riferisce Aceto - l'esigenza di predisporre un Piano Agrumi regionale e di attivare misure specifiche per contrastare la crisi quali ritiro di prodotto da destinare alla distribuzione gratuita e agli indigenti. L'ipotesi dei ritiri potrebbe configurarsi oltre che per il prodotto fresco anche per il succo che renderebbe più gestibile la particolare emergenza”.