La Grecia avrà altri 130 miliardi di euro di aiuti. Servono più di 12 ore di riunioni, bilaterali e accordi separati. Ma all'alba l'Eurogruppo da' il via libera che salva Atene dal fallimento. E di fatto la commissaria con una vigilanza stretta, ''permanente'' della troika Ue-Bce-Fmi. I nuovi 130 miliardi li sborseranno soprattutto gli Stati membri dell'Eurozona, che sperano in un «significativo contributo» del Fmi. Quanto significativo, la direttrice Christine Lagarde lo deciderà a marzo. Con i 110 miliardi già sborsati con il primo programma del 2010, la cifra totale sale a 240 miliardi di "denaro fresco" e nella somma non c'è lo "sconto" che i privati - ovvero le banche creditrici - hanno finito per concordare (pari al 53,5% del valore nominale dei bond nelle loro mani) né gli impegni di Bce e Banche centrali nazionali rispettivamente per cedere i profitti dei bond in portafoglio e alleggerire gli interessi sui debiti correnti. Per
Mario Draghi «è un accordo molto buono». Per Mario Monti è la prova che «l'Europa è anche in grado di funzionare». Ma il presidente della Bce ha sottolineato i due aspetti politicamente più sensibili: i partiti greci dovranno dare sostegno agli impegni presi stanotte dal primo ministro Lucas Papademos e dal ministro delle Finanze Evangelos Venizelos e la messa in atto del programma dovra essere «correttamente monitorata».La troika Ue-Bce-Fmi, che negli ultimi due anni andava a controllare la situazione con missioni ogni tre mesi, sarà ad Atene in permanenza. Di fatto è una vittoria dei "falchi" del Nordeuropa, che non si fidavano più delle promesse della politica greca. La Germania che aveva parlato per prima della necessità di un "commissariamento" di Atene, nelle settimane scorse aveva ammorbidito i toni. Ma è stata l'Olanda a fare la faccia feroce fino all'ultimo, con il ministro De Jager che ha chiesto la troika permanente entrando in riunione e alla fine l'ha ottenuta. Il timore è che gli impegni presi dal governo Venizelos, sostenuto dai socialisti del Pasok e dai conservatori di Nuova Democrazia, possano venire disattesi dal governo che uscirà dopo le elezioni del prossimo aprile. Ma l'Eurogruppo ha preso le contromisure: l'erogazione del nuovo piano di aiuti avverrà in due anni, fino al 2014. Con tutti i se e i ma del caso il nuovo accordo «garantisce che la Grecia resterà nell'euro», secondo il presidente dell'Eurogruppo
Jean Claude Juncker. E i due 'superMario' dell'Eurozona si congratulano per la tenuta. Draghi parla di «accordo molto buono» e dà atto, da una parte al governo di Venizelos di essere stato capace di «garantire le azioni necessarie per ripristinare crescita e stabilità», dall'altra agli eurogoverni di aver deciso di aiutare la Grecia«a tornare sul cammino della crescita e della creazione di posti di lavoro». Monti saluta l'accordo come un «bel risultato per Grecia ed Eurozona. E per i mercati, speriamo». Ma l'impennata dell'euro sui mercati asiatici è il primo segnale positivo nell'alba di Bruxelles."Sono stati tolti i rischi immediati di contagio che venivano dalla Grecia, un paese importante che ha da dare alla Ue un apporto significativo". Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio,
Mario Monti, in conferenza stampa al termine dell'Ecofin, definendo "un risultato importante" l'intesa sul nuovo piano di aiuti per Atene.