martedì 14 maggio 2013
​Previste solo modifiche «limitate e puntuali» perché sta funzionando e gli investitori non amano i vuoti normativi. Lo ha detto il neo ministro del Welfare nella sua prima audizione parlamentare.
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​La riforma del mercato del lavoro targata Elsa Fornero subirà solo modifiche "limitate e puntuali" perché sta funzionando e gli investitori non amano i vuoti normativi. Lo ha detto il neo ministro del Welfare, Enrico Giovannini, nella sua prima audizione parlamentare per illustrare le linee guida del ministero. "La riduzione dell'occupazione negli ultimi 2-3 mesi si è arrestata, un elemento interessante che potrebbe essere coerente con l'aggiustamento che sta avvenendo nel mercato del lavoro. Bisogna stare attenti a toccare una riforma che sta ottenendo gli effetti attesi. Imprese e investitori non amano l'instabilità delle norme", ha detto il ministro. Secondo il rapporto Isfol presentato stamani nel quarto trimestre del 2012 le nuove assunzioni sono diminuite dello 0,4% su trimestre, trend migliore rispetto al calo annuo del 5,8%. Negli ultimi tre mesi del 2012 si è registrato un aumento congiunturale del 5,2% dell'apprendistato e del 3,7% del tempo determinato, portando al 66,8% la quota totale di nuovi assunti con questo contratto. Crollo invece per collaborazioni (-9,2% su trimestre) e lavoro intermittente (-22,1%) e flessione per il tempo indeterminato -5,7%. Giovannini ha detto che il governo lavora sulle agevolazioni fiscali e contributive per le imprese che assumono e sulla cosiddetta staffetta giovani-anziani, e ha citato tra le priorità il problema degli esodati e del rifinanziamento della cig in deroga ma senza dettagli. Il tema della rappresentanza non è invece tra le misure urgenti delle quali occuparsi. Sulla staffetta, il ministro ha avvisato che si tratta di un intervento "costoso" e che potrebbe non essere accolto con favore considerando che i giovani che subentrano agli anziani avrebbero retribuzioni inferiori in famiglie che non vantano redditi elevati.DISOCCUPAZIONE NON SCENDERÀ SENZA CRESCITAPer creare occupazione e ridurre la disoccupazione, ha avvisato Giovannini, non serve però cambiare le leggi ma far ripartire la crescita. "Pensare che interventi di natura normativa o fiscale e contributiva riducano la disoccupazione è irrealistico. Se la produzione non cresce nei prossimi mesi e anni non c'è possibilità di assorbire la disoccupazione", ha detto il ministro di fronte alla commissione Lavoro di Palazzo Madama.Giovannini ha spiegato che non vi è una ricetta valida per rilanciare l'occupazione per tutte le tipologie di impresa perché in Italia ci sono aziende orientate all'export che crescono e altre che operano sul mercato domestico che sono maggiormente in crisi. "Bisogna tenere presente questa eterogeneità perché se anche individuassimo la ricetta migliore non è detto che sarebbe ottimale per tutte le situazioni", ha detto l'ex presidente dell'Istat ricordando che il Consiglio Ue di fine giugno sarà una "occasione straordinaria" per affrontare il problema della disoccupazione giovanile. Il tasso di disoccupazione italiano in marzo era all'11,5% e quello giovanile al 38,4%. Il ministro ha annunciato che la riforma delle pensioni sarà modificata rendendo più flessibile l'età di uscita dal lavoro con penalizzazioni. L'attuale legge prevede che entro il 2018 l'età per la pensione sia elevata a 66 anni per tutti a meno di non avere 42 anni di contributi. In programma anche la delega a un sottosegretario per la semplificazione degli adempimenti burocratici a carico delle imprese su lavoro e previdenza che costa cinque miliardi all'anno.
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