Il primo ministro britannico, Gordon Brown, ha chiesto al G20 di valutare, tra le altre misure, anche l'adozione di una tassa sulle transazioni finanziarie. L'obiettivo di una tassazione sulle transazioni internazionali, ha spiegato il premier britannico, sarebbe quello di rendere le banche più responsabili nei confronti delle società.Brown ha sottolineato la necessità di evitare "costi proibitivi" per il settore bancario ma ha detto ai ministri finanziari del G20: "Non penso che queste difficoltà dovrebbero impedirci di considerare con urgenza la misura legittima che abbiamo discusso".Brown ha tenuto a precisare che il suo Paese non intende agire da solo sul tema della tassazione delle transazioni finanziarie internazionali, spesso detta anche Tobin Tax. "Fatemi essere chiaro - ha detto - la Gran Bretagna non si muoverà a meno che non ci si muova tutti insieme". Le dichiarazioni del premier britannico rappresentano un deciso cambio di orientamento di Downing Street sulla tassa.La Gran Bretagna è sempre stata indicata come uno dei principali oppositori a questa idea, nel timore di recare gravi danni alla City di Londra, il principale distretto finanziario europeo.Ma il dibattito su nuove versioni della Tobin Tax ha subito un'improvvisa accelerazione dall'esplosione della crisi lo scorso anno, con la Francia che è stata tra le nazioni che hanno spinto di più per la sua introduzione. La tassa è stata per la prima volta proposta nel 1971 dal premio Nobel James Tobin (dal quale prende il nome) con l'obiettivo di ridurre la speculazione sui mercati finanziari internazionali anche se è stato lo stesso Tobin in seguito ad esprimere dubbi sulla effettiva praticabilità della misura.