Spegnere la televisione, mentre si cammina in strada. Accendere lo stereo, quando si va al cinema. E ancora abbassare tapparelle, sollazzare il cane e mettere in funzione il forno: tutto grazie allo smartphone che diventa scettro di comando su una casa connessa e intelligente.
Assomiglia tanto a una delle nuove invenzioni con cui Melquiades il gitano sorprende il villaggio di Macondo in Cent'anni di solitudine. E invece questa "Smart Home", almeno secondo una ricerca Doxa del 2022, solletica le fantasie di (alcuni) connazionali: più della metà (circa 62%) la vorrebbe così, ma solo se dovesse cambiare casa. Altrimenti appena il 45% aspira a mettere lo smartphone al posto del telecomando nella sala del trono domestico: il 20% degli intervistati non ne vuole sapere per ora di cambiamenti e il 30% non sa che pensare.
Il trend però è in crescita, basti pensare che più di un italiano su due ha migliorato il rapporto con la tecnologia dopo il lockdown. Ca va sans dire, sono i più giovani (Generazione Z e Millennials) ad essere più interessati a questi nuovi prodigi, assai meno i boomers (appena il 30%). Le ragioni dell'attrazione vanno ricercate nel risparmio energetico e sostenibilità (prioritari per il 70%), seguiti da semplificazione della vita e sicurezza.
Nel corso di What’s Next, il percorso di incontri lanciato da Samsung Electronics Italia, emerge con chiarezza che gli italiani sognano forte sulla casa: la vogliono confortevole, bella da vivere ma soprattutto con sprechi ridotti.Tra gli oggetti più desiderati ci sono luci, condizionatori, lavatrici, tapparelle e robot per la pulizia: tutti in perfetta signoria del consumatore che li governa con lo smartphone.
E ormai anche con una certa fluidità: un tempo i protocolli con cui i dispositivi si interfacciavano alle app erano diversi, il funzionamento cervellotico e la casa connessa pareva miraggio per i fan di 'Futurama'. Adesso, con l'introduzione di Matter, si mira a unire gli ecosistemi più disparati per farli funzionare insieme, e con una certa semplicità di gestione.
Così il dominio tecnologico sulla casa diventa assoluto e accessibile: si potrà cucinare in maniera più efficiente selezionando una ricetta e inviandola direttamente al forno o al piano induzione per gestire al meglio i tempi e le temperature di cottura attraverso lo smartphone; ottimizzare la propria spesa controllando da mobile gli ingredienti presenti nel proprio frigorifero per comprare solo quello che manca; suggerire il ciclo di lavaggio e asciugatura migliori per i propri abiti a seconda delle condizioni atmosferiche e per non rovinarli; settare correttamente il condizionatore in base alla qualità dell’aria registrata per ottenere un ambiente fresco e aria pulita. La rivoluzione smart conquisterà ogni metro quadro: dalla stanza dei giochi alla crescita di applicazioni e device nati per la cura degli animali domestici e delle piante.
Certo, gli italiani temono che questo giardino delle meraviglie costi troppo (circa il 58%), ma soprattutto hanno paura per la loro privacy: quasi il 34% si chiede che fine facciano e quale uso venga fatto dei loro dati. Per non parlare della nuova frontiera dell'intelligenza artificiale, che consentirà ai computer di prevedere un comportamento e reagire. Giovanni Locatelli, manager di Samsung Electonics Italia, invita a valorizzare il buono scopo: come ad esempio lanciare un'allerta in caso di comportamenti anomali da parte dei genitori anziani.
Inutile dirlo, non è la tecnologia ma l'uso che se ne fa a costituire discrimine del giudizio. L'intelligenza artificiale può essere usata per proteggere macchine, salvare vite, provare a far coincidere progresso e sviluppo. L'importante è non finire in una distopia da film "Her": dove il sensibile e solitario Theodore, scrittore di lettere d'amore, intraprende una relazione sentimentale con Samantha, sistema operativo dalla suadente voce femminile. Un pericolo che l'essere umano può facilmente scampare, a condizioni che guidi la macchina e non si lasci guidare dal pilota automatico: circa il 67% degli intervistati si dice abbastanza informato sulla smart-house. Un dato positivo ma comunque migliorabile, dal momento che solo il 23% dichiara di essere molto informato in un ambito che richiede competenza e cultura specifica.
Il potenziale a servizio del consumatore è elevatissimo, ma con la tecnologia la clausola di condizionalità è d'obbligo: habere, non haberi (possedere, non essere posseduto).