L'economia italiana si contrarrà nel 2014 per il terzo anno consecutivo, con il Pil che calerà dello 0,1%. Il debito toccherà il picco del 136,4%, in un contesto di disoccupazione ai massimi dal dopoguerra al 12,6% e che richiede un'azione radicale. A scattare la fotografia dello stato di salute dell'economia italiana è il Fondo Monetario Internazionale (Fmi), secondo il quale "condizionata alla crescita" potrebbe essere necessaria una correzione fiscale dello 0,5% del Pil, pari a 7,5-8 miliardi, per creare un piccolo surplus nel 2015 e favorire la riduzione del debito. Necessario anche un intervento sulle pensioni se si vorranno individuare ulteriori risparmi. Spazi di miglioramento ci sono anche nella spesa sanitaria.Il Fmi promuove l'"ampia e ambiziosa agenda" del premier Matteo Renzi e invita a una "rapida attuazione della riforme", cruciali per emergere dalla recessione e tornare a crescere. Osservando come il 'Jobs Act' si "muova nella giusta direzione", il Fondo plaude anche le prime novità sul fronte della giustizia. Sono positive, come il processo telematico. Cruciale sarà anche la legge elettorale perchè aiuta il sostegno e l'attuazione delle riforme. Al Tesoro - secondo alcune fonti - il giudizio positivo del Fmi sull'agenda di governo è accolto con soddisfazione. Il governo - affermano le stesse fonti - si impegna a fare le riforme annunciate e alla loro implementazione. Il Fmi nell'esame della situazione italiana ribadisce la necessità di tenere sotto controllo i conti senza dimenticare misure a per la crescita. E questo anche perchè i rischi che pesano sull'Italia sono diversi: dalle tensioni geopolitiche all'elevato debito che, anche se "sostenibile è soggetto a significativi rischi", e lascia l'Italia "vulnerabile". Un'accelerazione della crescita aiuterebbe una più rapida riduzione del debito ma l'Italia incontra "difficoltà a emergere dalla recessione" , e il rischio è una possibile ulteriore revisione al ribasso delle stime in ottobre nel World Economic Outlook del Fondo. L'allocazione mirata delle risorse aiuterebbe l'Italia e la spending review, in questo senso, è uno "strumento utile". Ma "ulteriori risparmi saranno difficili senza affrontare l'elevata spesa pubblica per le pensioni, la più alta nell'area euro e che rappresenta il 30% del totale della spesa. L'Italia spende sette volte di più per un anziano che per un non anziano". Per finanziare la ripresa è necessario anche continuare la pulizia dei bilanci della banche, che hanno fatto progressi. Ripulirli, riducendo le sofferenze, "libererebbe risorse" per aiutare il credito. La stretta del credito si fa infatti sentiresulle piccole e medie imprese, "ossatura dell'economia italiana", per le quali un'ampia strategia per assistere la crescita e la ristrutturazione ne rafforzerebbe i bilanci e migliorerebbe la produzione. Il pagamento dei debiti alle imprese da parte della pubblica amministrazione (1,6 del Pil) ha<"parzialmente compensato le stretta condizioni di credito. Ma i dati indicano che una gran parte dei pagamenti è stata usata dalle aziende per ripagare i debiti più che per investire".