L'area dell'euro finalmente sta navigando fuori dalla recessione. E l'economia italiana torna a crescere. Resta però la mina della disoccupazione a livelli troppo alti. È questa, in sintesi, la fotografia che emerge dal World Economic Outlook, il rapporto sullo stato economico del mondo del Fondo monetario internazionale (Fmi).
L'economia italiana, dunque, torna a
crescere quest'anno: dopo il -1,9% del 2013, il pil salirà
dello 0,6% nel 2014, per accelerare nel 2015 all'1,1%.
Il tasso di disoccupazione italiano, però, si attesterà al 12,4% quest'anno e all'11,9% il prossimo, dopo il 12,2% del 2013. Un male, però, condiviso con tutta l'area euro, dove la disoccupazione rimane a livelli inaccettabili. Per l'Fmi occorrono riforme strutturali per creare un mercato del lavoro flessibile e più competitivo. L'Fmi stima per Eurolandia un
tasso di disoccupazione all'11,9% nel 2014 e all'11,6% nel 2015
dopo il 12,1% del 2012.
Il
pil dell'area euro crescerà
quest'anno dell'1,2% e nel 2015 dell'1,5%, con un ritocco al
rialzo per gli ambedue gli anni di 0,1 punti percentuali
rispetto alle stime di ottobre 2013.
Per gli
Stati Uniti, invece, il Fondo stima una crescita nel 2014 del 2,8% e nel
2015 del 3,0%. Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti si
attesterà quest'anno al 6,4% e al 6,2% nel 2015.
"
L'area euro è finalmente emersa dalla recessione", è la convinzione dell'Fmi, "ma gli
elevati debito e disoccupazione, gli investimenti bassi, la
stretta del credito e la frammentazione finanziaria
continueranno a pesare sulla crescita". Insomma, nonostante i dati positivi, si potrebbe tornare indietro: "la probabilità di una recessione per
l'area euro resta ancora alta, mettendo in evidenza la fragilità
della debole ripresa economica. Anche il rischio di deflazione
resta relativamente alto nell'area euro, dove è ancora a circa
il 20%".
Secondo il rapporto
la ripresa globale si è
rafforzata ma resta "fragile" e restano "significativi
rischi al ribasso". Il pil mondiale, secondo le previsioni,
crescerà quest'anno del 3,6% e nel 2015 del 3,9%. A tirare la crescita sono
le economie avanzate. Queste hanno preso slancio e
tirano la ripresa mentre quelle emergenti hanno rallentato,
registrando anche un aumento dei rischi.
"La riforma del sistema finanziario è incompleta e
il sistema
finanziario resta a rischio" afferma il capo economista del
Fmi, Olivier Blanchard, sottolineando che a complicare il quadro
è anche l'aumento dei rischi geopolitici, che comunque non
hanno ancora avuto ripercussioni macroeconomiche.
I
rischi di bassa crescita e
stagnazione restano una preoccupazione molto forte, soprattutto nell'area
euro e in Giappone. Il Fondo monetario internazionale
invita per questo l'area euro a riparare i bilanci delle banche,
a ricapitalizzare quelle deboli, a completare l'unione bancaria,
a sostenere la domanda e a portare avanti riforme strutturali.