Piccole, buone notizie sul fronte tasse per il 2016, anno in cui la pressione fiscale è destinata ad attestarsi al 42,8 per cento (al 42,2 per cento se si considera anche quanto vale il mancato gettito legato al bonus degli 80 euro erogato ai lavoratori dipendenti con retribuzioni medio basse), e cioè 0,7 punti in meno rispetto al dato riferito al 2015.
A certificarlo è la Cgia, avvertendo però che resta il rischio di un aumento dell'Iva legato alle clausole di salvaguardie nel 2017.
La riduzione fiscale, fa notare il segretario della Cgia Renato Mason - è ascrivibile "a un leggero rafforzamento della ripresa economica in atto, all'abolizione della Tasi sulle abitazioni principali, all'eliminazione dell'Imu sugli imbullonati, al riconoscimento alle imprese di un extra costo del 40 per cento sugli investimenti effettuati quest'anno eall'eliminazione dell'Irap sulle aziende agricole".
Ma per evitare una nuova stangata, entro la fine di quest'anno, prosegue la Cgia, il governo Renzi dovrà trovare 15,1 miliardi di euro per "sterilizzare" la clausola di salvaguardia introdotta con la legge di Stabilità 2015, altrimenti dal 2017 subiremo un forte aumento dell'Iva. "Nel 2016 - conclude il coordinatore dell'ufficio studi Paolo Zabeo- il fisco ci concede una tregua. In attesa della riduzione dell'Ires dal 2017 e nella speranza che il governo mantenga la promessa di abbassare l'Irpef dal 2018, quest'anno le famiglie beneficiano, in particolar modo, dell'abolizione della Tasi sulla prima casa che ci fa risparmiare 3,6 miliardi di euro di tasse".