Al nuovo anno ha brindato con enfasi il Fisco italiano. A cavallo fra un 2009 più che lusinghiero, con il primato degli incassi da accertamento e l’ottimo esito (95 miliardi recuperati) dello scudo fiscale, e un 2010 annunciato come un altro anno 'duro' per chi le tasse cerca in ogni modo di non pagarle. È cambiata l’aria per gli evasori? Certo ha aiutato il polverone mediatico sollevato da casi come quelli del campione di moto Valentino Rossi o del patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, ma anche quello più recente del ciclista Paolo Bettini o dell’orecchino di Maradona pignorato e messo all’asta. Dietro questi casi eclatanti, c’è però l’azione quotidiana dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza, che hanno potuto presentare un consuntivo di tutto rispetto: già a fine novembre gli incassi da accertamento avevano raggiunto i 7,4 miliardi, superiori di 500 milioni ai 6,9 miliardi del 2008 (e più anche dei 7,2 di obiettivo prefissato). Un primato assoluto, anche se va ricordato che il record di crescita fu toccato invece nel 2007 (governo Prodi), quando gli incassi conobbero un boom di 2 miliardi (da 4,4 a 6,4 miliardi). In ogni caso si tratta di una progressione basata sulla riorganizzazione della struttura operativa dell’Agenzia, ma anche su una strategia imperniata su 4 fulcri. Il più importante dei quali è (in relazione ai capitali esportati) l’inversione dell’onere della prova: d’ora in poi, se il Fisco stanerà somme di denaro o altri beni tenute in uno stato estero, sarà il cittadino a dover provare che non si tratta del frutto di evasione o elusione fiscale. Una norma definita a più riprese «fortissima » dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, perché con l’accresciuto scambio d’informazioni fra gli Stati «rintracciare capitali e i loro possessori è ora più agevole che in passato». Più di un riflettore è stato acceso poi sul fenomeno delle compensazioni fraudolente fra debiti e crediti fiscali, un fenomeno stranamente balzato dai 23 miliardi del 2004 a più di 28 nel 2008 (a tal fine è stato costituito un apposito gruppo di lavoro). L’Agenzia ha poi aumentato il numero delle verifiche fatte nelle grandi imprese. E, per il 2010, ha indicato l’obiettivo di spingere sullo strumento degli accertamenti sintetici, quelli finalizzati a riscontrate le differenze fra i redditi dichiarati e la capacità di spesa e i beni utilizzati. A tal fine si lavorerà per una revisione del redditometro, necessaria perché alcuni dei parametri attuali sono ormai superati (per esempio, i cavalli e le roulotte ) e da concludere entro fine anno d’intesa con le categorie. Un altro perno della nuova strategia di questa agenzia operativa del Tesoro è poi la più stretta collaborazione con l’Inps. Finalmente, con l’operazione sperimentale 'Poseidone', è stato realizzato l’incrocio fra le banche-dati dei due organismi che già l’anno scorso ha portato a oltre 20mila nuove iscrizioni all’istituto pensionistico. Nel 2010, attraverso una cabina di regia regionale, i due enti si occuperanno poi di individuare un 'bacino' di soggetti che presentano anomalie.