venerdì 7 giugno 2024
Alla Conferenza Stato-Regioni via libera alla correzione del decreto per precisare che le aree nel perimetro dei beni sottoposti a tutela sono "non idonee" per i nuovi impianti. Sardegna soddisfatta
Un parco fotovoltaico di Edison ad Alessandria

Un parco fotovoltaico di Edison ad Alessandria - Edison

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Il governo e le Regioni hanno trovato l’accordo sulle regole per la scelta delle aree in cui sviluppare nuovi progetti di energia rinnovabile. Alla Conferenza Stato-Regioni è stata sancita l’intesa sul decreto preparato dal ministero dell’Ambiente e della SIcurezza energetica, in collaborazione con i ministeri dell’Agricoltura e della Cultura: il nuovo testo all’articolo 7 precisa che «sono considerate non idonee le superfici e le aree che sono ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela» (seguono i riferimenti normativi). È una novità significativa rispetto alla prima versione del decreto, dove si prevedeva che quelle aree tutelate «possono essere considerate non idonee», il che voleva dire che potevano anche essere considerate idonee, cosa che aveva provocato la protesta di diverse Regioni. Il testo precisa che vanno privilegiate per la costruzione degli impianti «superfici di strutture edificate».

Ora starà alle Regioni scegliere le aree non idonee entro 180 giorni dall’approvazione del decreto.

Su tutte la Sardegna, una delle regioni che ha più domande per lo sviluppo di nuovi progetti di eolico (in mare e a terra) e fotovoltaico: a fine aprile la giunta Sarda ha approvato una moratoria di 18 mesi su tutti i nuovi progetti. «Siamo molto soddisfatti per il risultato ottenuto, sono state accolte le nostre proposte, crediamo di aver dato importante contributo – ha esultato a fine riunione l’assessore all’Industria sardo, Emanuele Cani –. Come regione Sardegna abbiamo contribuito a normare una materia a livello nazionale, che ha forti implicazioni positive per la Sardegna e i sardi». Cani all’interno della Conferenza Stato-Regioni guida la commissione tecnica su Ambiente ed Energia.

Il decreto è fondamentale per stabilire il quadro di regole dentro il quale portare avanti i progetti per centrare gli obiettivi indicati dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec): l’Italia si è impegnata a installare 80 Gigawatt di potenza rinnovabile aggiuntiva tra il 2021 e il 2030. Negli ultimi tre anni sono stati installati solo 10,2 Gw di nuove rinnovabili, quindi siamo ancora indietro, per quanto in forte accelerazione: la capacità rinnovabile italiana è salita di 1,4 Gw nel 2021, 3 Gw nel 2022 e 5,8 Gw. Per raggiungere gli 80 nuovi Gw nel decennio occorrerebbe ormai realizzare piani per 10 Gw all’anno. I progetti ci sono: a Terna, la società che gestisce la rete, risultano richieste di connessione con progetti di rinnovabili per 336,4 Gw di potenza complessiva.

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