John Paul Yumul da Manila parteciperà a The Economy of Francesco
«Quando sono venuto a conoscenza di Economy of Francesco, non ho avuto esitazioni ad associarmi ad essa. I suoi temi erano per me estensione di iniziative e di teorie alle quali mi ero in qualche modo avvicinato da studente di Economia. Allora avevo percepito qualcosa di sbagliato in quello che stavo apprendendo e avevo cercato di capire come fosse possibile applicare all’economia la reciprocità, la focalizzazione sull’essere umano delle teorie economiche. Una riflessione che ho avuto modo di condividere con coetanei ma anche con una generazione più anziana, notando che, se questa era pronta ad ascoltare, faticava però a comprendere». Così apre alla sua esperienza di Economy of Francesco John Paul Yumul, giovane Docente al Dipartimento di Economia nella prestigiosa università filippina Ateneo de Manila, assistente esecutivo di Economy of Communion Philippines, associazione di imprenditori, professionisti, studiosi e giovani ispirata al Movimento dei Focolari.
Perché ha deciso di farsi coinvolgere in Economy of Francesco? Non venivo proprio dal nulla, dato che avevo già trascorso tre anni della mia vita in Italia, presso il movimento dei Focolari e poi per un certo periodo come missionario laico. Dalla mia esperienza europea avevo capito che ci sono valori da apprendere e valori da condividere, nel rispetto dell’identità. Mi ero quindi associato a una banca per cercare un modo di applicare il mio carisma focolarino. Ho anche cercato la vicinanza di altri giovani professionisti, per meglio comprendere che cosa mi fosse possibile concretizzare nelle Filippine in un’epoca di globalizzazione. Oggi anche di pandemia in un mondo globalizzato. Sono arrivato a capire che l’informazione che corre così veloce crea una massa enorme di dati tra cui discernere e che per farlo serve gente impegnata che si coordini sugli stessi motivi di consapevolezza, sui rischi e sui benefici dei processi. Anche di quelli educativi, puntando magari su forme di istruzione non formale, come quella dei Focolari, perché credo che occorra condividere senza perdere la propria specificità, affiancare allo studio esperienze interessanti e dinamiche.
In che modo l’ha arricchita avvicinarsi a Economy of Francesco? Mi ha portato a un cambiamento profondo. Mi ero proposto come come ricercatore e economista. Quando sono entrato nel mio "villaggio" ho visto che molti erano curiosi di focalizzare maggiormente su come la felicità possa essere istituzionalizzata, come essere più influenti nella società. Il rapporto con altri coinvolti nel progetto è stata un’esperienza molto democratica. Ne ho avuto un grande beneficio, tuttavia occorre essere coscienti che serve anche serve efficacia nel comunicare questi valori. Faccio un esempio. In Europa vi sono stati alti e bassi nella pandemia e varietà di iniziative di contenimento. Nelle Filippine, invece, abbiamo sperimentato sette mesi di chiusure più o meno severe che hanno ostacolato una comunicazione diretta. Sarà così ancora per qualche tempo, temo, e proprio in un tempo in cui occorre sviluppare la capacità di lavorare insieme, di proporre condivisione senza la necessità stretta di interagire faccia a faccia. Ecco, noi stiamo sviluppando qui questo genere di network, presupposto per conoscerci meglio tra differenti professioni o campi di azione.
Quale aspetto ha deciso di rendere rendere centrale nella sua attività?Quello della collettività. Abbiamo già esperienze di imprenditori orientate socialmente, di economia basata sulla solidarietà quotidiana. Per me la narrativa di offrire il contributo in modo positivo e ottimista nonostante le sfide che affrontiamo è parte del processo. Noi docenti abbiamo la responsabilità di preparare anche la nuova generazione a questa azione collettiva. Puntare su uguaglianza, anche nell’educazione, camminare insieme. Nel mio gruppo abbiamo tutti impieghi diversi, ma penso che Economy of Francesco raccolga i frutti di un’azione collettiva.
In che modo pensa di perseguire gli obiettivi di Economy of Francesco attraverso insegnamento e ricerca? Sono sempre più convinto che occorra impegnarsi a cambiare la visione corrente di inclusione e diversità - pensando alla seconda come a un arricchimento piuttosto che a un ostacolo alla coesistenza - per ripensare e ricreare la nostra idea di economia e di politica nella società globale; occorre promuovere una nuova cultura dell’incontro che modifichi rapporti in modo crescente polarizzati; serve impegno per allargare gli orizzonti dei giovani per una efficace educazione alla cittadinanza globale. Ho in progetto di intraprendere una ricerca insieme a due colleghi dell’Ateneo de Manila per mappare i processi e le pratiche di Economia di solidarietà sociale (Ess) nelle Filippine, includendo le imprese sociali, utilizzando le indicazioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro, dell’Istituto di ricerca sullo Sviluppo sociale delle Nazioni Unite e del Network intercontinentale per la promozione dell’Ess.