I prezzi al consumo degli alimentari crescono senza giustificazione di più di tre volte rispetto all’inflazione, mentre quelli all’origine subiscono una drastica riduzione tagliando valore aggiunto agli agricoltori e danneggiando i consumatori. Una situazione che sta facendo saltare il sistema agroalimentare nazionale, ma che ha provocato la nascita di una struttura nuova che ha un obiettivo ambizioso: ridare margini di guadagno ai produttori, erodere quelli di una buona parte della distribuzione commerciale e soddisfare le esigenze dei consumatori. L’annuncio della creazione di Consorzi Agrari d’Italia - questo il nome della struttura – è stato dato ieri, nel corso del Forum internazionale dell’agricoltura dell’alimentazione di Cernobbio. Non una nuova Federconsorzi, come i promotori hanno immediatamente precisato, ma una holding costituita da imprese sane che vogliono recuperare spazi di mercato. A conti fatti, si tratta di circa 300mila aziende agricole di riferimento ed è in grado di sviluppare un fatturato di 3 miliardi di euro su 1300 punti di vendita. «Un gigante – è stato spiegato a Cernobbio – che interessa quasi una impresa agricola su tre ed leader nella gestione dei cereali (20% della produzione nazionale), nella commercializzazione di mezzi tecnici per l’agricoltura con il 25% dei trattori venduti, ma è presente in attività industriali e nella distribuzione alimentare » . A far parte della holding sono già 23 Consorzi Agrari, prevalentemente del Centro- Nord che si sono dati una struttura di governo duale con un Consiglio di Sorveglianza ed un Consiglio di gestione. Alla holding fanno capo quattro diverse società attive, rispettivamente, nel trading, nella gestione dei punti vendita, nella trasformazione industriale e nella gestione del patrimonio immobiliare. Ma, al di là dei dati tecnici, la connotazione che interessa di più fa riferimento al fatto che attraverso i diversi Consorzi associati si punta a creare una filiera dal campo alla tavola interamente controllata dagli agricoltori. Oltre alla creazione di una rete ef- ficiente di servizi, infatti, i Consorzi Agrari d’Italia hanno come scopo quella di modificare la relazioni industriali alimentari, concentrare l’offerta e la commercializzazione delle produzioni agricole e arrivare ad una forte presenza diretta sul mercato di prodotti agroalimentari 'firmati dagli agricoltori'. Ed è proprio il problema dei prezzi al consumo e di quelli alla produzione, oltre che dei prodotti tipici e del commercio estero che costituisce il nodo che le imprese agricole devono risolvere per poter sopravvivere. Ciò su cui i coltivatori puntano il dito, infatti, sono le distorsioni di mercato che – spiega la Coldiretti – rappresentano un grave ostacolo al contributo che può dare il Made in Italy alimentare ai primi segnali di ripresa economica ma che creano profondi problemi anche alle famiglie. «I consumatori italiani - dicono infatti i produttori non hanno potuto beneficiare della forte riduzione dei prezzi agricoli che rischia invece di provocare l’abbandono delle campagne, con il crollo delle quotazioni alla produzione che nell’ultimo anno sono calate del 26% per i cereali, del 22% per la frutta, del 18% per il vino, del 13% per gli ortaggi e del 12% per la carne suina».