Pressata dai cittadini scandalizzati dall'affare
off-shore leaks e dalle continue rivelazioni di conti all'estero dei politici, l'Unione europea cerca di spingere sulla lotta all'evasione fiscale, ma per ora fa un passo solo a metà: l'Austria, che da anni bloccava il dossier per difendere il suo segreto bancario, dà l'ok alla revisione degli accordi sul fisco con i cinque Paesi extra Ue (Svizzera, Liechtenstein, Principato di Monaco, Andorra e San Marino), ma dice di nuovo 'nò allo scambio di informazioni automatico con gli altri Paesi Ue. E intanto l'Italia guadagna nuove adesioni al piano anti-evasione lanciato con altri big-Ue (Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna) che per il ministro dell'Economia
Fabrizio Saccomanni è "la base di una strategia europea". "Non posso dire di essere pienamente soddisfatto ma un progresso c'e stato", ha commentato il commissario alla fiscalità
Algirdas Semeta al termine dell'Ecofin. Semeta si aspettava un via libera anche alla revisione della cosiddetta 'direttiva risparmi' che amplia la scambio di informazioni tra Stati, e rende più difficile la vita agli evasori che sfruttano le reticenze dei governi a comunicare dettagli sui loro conti. Ma Austria e Lussemburgo continuano a bloccarla perché vogliono prima vedere che grado di "ambizione" avrà il nuovo accordo con la Svizzera e gli altri, e poi trattare le condizioni in casa loro, cioè in Europa."È necessario garantire la par condicio tra Paesi Ue ed extra Ue", ha detto il ministro austriaco dell'Economia
Maria Fekter. Il problema è che vincolare i progressi in Europa a quelli fuori dall'Europa mette la Svizzera e gli altri in una posizione di forza, tanto che Semeta si è detto "estremamente deluso" da questo sviluppo che considera "pericoloso".All'Ecofin, che precede il vertice Ue del 22 maggio dedicato proprio alla lotta all'evasione fiscale, ha partecipato anche il presidente della Ue Herman van Rompuy, con l'intenzione di mettere fretta ai governi. Per Van Rompuy e per il presidente della Commissione Josè Barroso è fondamentale spingere gli Stati ad 'aiutarsi da soli', e recuperare il denaro dagli evasori è anche un modo per riguadagnare la fiducia dei cittadini. Per questo hanno convocato un summit
ad hoc.La speranza delle istituzioni europee è che dopo il progresso di oggi, il summit del 22 possa sbloccare anche la seconda parte del dossier: "Oggi abbiamo fatto un piccolo passo, speriamo che i leader possano farne uno da gigante", ha detto Semeta. Anche perchè il Lussemburgo ha ormai già annunciato di voler abbandonare il segreto bancario e anche l'Austria ha fatto dei progressi in tal senso, visto che ha ottenuto le garanzie che aveva chiesto: potrà mantenere il segreto per i cittadini austriaci e tenere i suoi accordi bilaterali con Svizzera e Liechtenstein. Quelle che restano sono quindi resistenze difficili da spiegare ai cittadini, e i capi di Stato e di governo dovrebbero avere tutto l'interesse a superarle.