Il 64% dei clienti crede che i marchi gonfino i prezzi prima del Black Friday, in modo che i consumatori possano pensare di aver fatto un affare migliore - Reuters
Il Black Friday è diventato dapprima Black Week. Ora, le offerte a prezzi scontati iniziano anche un mese prima del fatidico ultimo venerdì di novembre (la data da segnarsi quest’anno è il 25), ovvero il giorno degli sconti per antonomasia. Si dirà: tutto bene dunque? Una mano ai consumatori in tempi di inflazione a doppia cifra? Sì e no. Perché la maggior parte delle offerte riguardano soprattutto, anche se certamente non solo, le grandi piattaforme Web, che grazie ai loro grandi volumi e al potere degli algoritmi dettano sempre più spesso la linea ai produttori. È vero che negli ultimi anni anche i piccoli negozi rilanciano nella settimana del Black Friday un po’ di sconti, ma con il caro-energia e il caro-affitti la lotta è sempre più impari.
La lotta impari dei negozi
L’allarme lo hanno lanciato anche le associazioni di categoria. ''Le promozioni autunnali, ormai pervasive, costituiscono un reale vantaggio per i consumatori o sono solo l'ultimo strumento del marketing? L'unico dato certo, ad oggi, è la ricchezza che emigra dall'Italia attraverso le grandi piattaforme internazionali di eCommerce. Le promozioni del Black Friday e di novembre in generale stanno anticipando il Natale e dirottandolo verso il web'', ha sottolineato Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti. Secondo Bussoni, “è dunque lecito chiedersi se occorre garantire maggiore equilibrio di mercato, invece che lasciare tutto così com'è, assistendo, senza intervenire, alla trasformazione e desertificazione delle nostre città, con le vetrine dei negozi oscurate da cartelli affittasi”.
Secondo un sondaggio della stessa Confes ercenti, circa 12,7 milioni di italiani hanno già deciso di approfittare degli sconti e di fare almeno un acquisto nella settimana del Black Friday che parte oggi, con un budget medio di circa 261 euro a persona, per un totale di 3,3 miliardi di euro. Ma solo il 29% acquisterà in un negozio di vicinato. Secondo il sondaggio, l'86% degli italiani maggiorenni - circa 32 milioni di persone - ha ricevuto un'offerta promozionale diretta, soprattutto via mail (79% delle indicazioni), sms (27%), Whatsapp (18%), o telefono (11%). Ad essere bersagliate soprattutto donne, tra cui l'88% dichiara di essere stata raggiunta da un'offerta. Un diluvio di pubblicità e sconti anticipati che ha portato 9,7 milioni di italiani - il 31% di chi ha ricevuto un'offerta - ad effettuare già un acquisto.
Cosa si compra
Si comprano soprattutto capi di abbigliamento e accessori (64% degli intervistati) e oggetti di elettronica e informatica (57%). Solo il 29% degli intervistati, inoltre, farà un acquisto in un negozio di prossimità: a fare la parte del leone saranno le piattaforme di eCommerce (64% delle indicazioni) e i portali online delle catene multimarca (43%). Piattaforme che però stanno attraversando in generale una fase delicata, vedi i 10mila licenziamenti annunciati da Amazon, per i cui dipendenti si annuncia davvero un 2023 nero.
Per i consumatori, attenzione comunque al tipo di offerte proposte. Secondo una ricerca condotta dall’app finanziaria Revolut, il 64% dei clienti crede che i marchi gonfino i prezzi prima del Black Friday, in modo che i consumatori possano pensare di aver fatto un affare migliore. Il 37% del campione pensa che sia necessario vigilare maggiormente su certe pratiche, mentre il 28% ritiene che questa dinamica faccia comunque parte del “gioco”. Già da quest’anno, comunque, l’entrata in vigore della direttiva Omnibus obbliga negozi e marchi a indicare chiaramente il prezzo più basso applicato ai prodotti nei trenta giorni precedenti.
Taglio dei consumi in vista
Black Friday a parte, in generale gli italiani sembrano pronti a sforbiciare i consumi non alimentari nell’ultimo trimestre dell’anno. Secondo un rapporto di Retail Economis sulle vendite al dettaglio, si prevede un taglio alle spese di 1,6 miliardi di euro, il 12,3% in meno rispetto allo stesso periodo del 2021. A pesare di più sulle prospettive dei consumatori è proprio l'inflazione. Più di un quarto, nel trimestre, ridurrà la spesa in abbigliamento e calzature. È il settore più colpito, seguito da elettronica, giocattoli e articoli per la casa. Preoccupati anche i rivenditori: 9 aziende su 10 temono di risentire dei rincari nella stagione più importante dell'anno. Ma alcuni costi verranno trasferiti sui consumatori: tra aumento delle spese di spedizione, modifiche ai tempi di consegna ed eliminazione dei resi gratuiti.