mercoledì 15 ottobre 2014
​Videoconferenza tra Obama e presidenti europei. A Palazzo Chigi summit: più controlli, informazione e due aerei pronti. Attivati negli Usa i "team di emergenza".
Altro contagio in Texas, cresce la paura
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Allerta Ebola sempre più rossa negli Stati Uniti e in Europa. Dell'emergenza (oltre che su Isis, Libia e crisi russo-ucraina) nel pomeriggio si è tenuta una videoconferenza internazionale cui hanno partecipato il presidente Usa Barack Obama il premier Matteo Renzi, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande e il Premier britannico David Cameron. Subito dopo a Palazzo Chigi si è tenuto un summit tra il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e gli altri ministri del governo su come affrontare il rischio del virus. Si è deciso di rafforzare la task force anti-Ebola tra i ministeri della Salute, Difesa, Esteri, Interni e Trasporti per dare una riposta coordinata contro l'emergenza. Obiettivo intensificare sia i controlli (in aeroporti e porti) sia l'informazione corretta sul tema. Sul tavolo anche il "passaggio" dei controlli, sul fronte degli immigrati in arrivo, da Mare Nostrum a Frontex. Inoltre Due aerei militari C130 sono pronti per eventuali operazioni di evacuazione di cittadini italiani che dovessero risultare infetti dal virus Ebola in Africa. I due aerei sono organizzati per il trasporto dei malati all'Istituto Spallanzani di Roma per le cure. Inoltre il Consiglio dei ministri ha stanziato 50 milioni accogliendo un appello dell'Onu.  Negli Usa, dove si è appena registrato un altro caso in Texas, un vertice d'urgenza è stato convocato alla Casa Bianca, col presidente americano Barack Obama che ha annullato alcuni appuntamenti elettorali in agenda. All'incontro sono stati chiamati i responsabili delle agenzie federali statunitensi coinvolte nella lotta all'epidemia. Si vuole intervenire il più rapidamente possibile per impedire al virus di diffondersi. Gli Stati Uniti hanno schierato in campo anche i "team di emergenza per la risposta all'Ebola": Verranno inviati in ogni ospedale americano con un nuovo caso della febbre emorragica nel giro di poche ore dalla diagnosi. Lo garantiscono i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta (Cdc). "Le nuove equipe - ha specificato lo stesso direttore Tom Frieden - includeranno epidemiologi, esperti di malattie infettive, personale per il contenimento di materiali contaminati, specialisti di laboratorio per i trattamenti sperimentali e così via. Il team d'emergenza valuterà caso per caso se il nuovo malato può essere curato nel nosocomio in cui è avvenuta la diagnosi o sarà opportuno trasferirlo in uno dei quattro ospedali Usa attrezzati con divisioni di bioncontenimento. Sotto un fuoco di critiche dal personale sanitario in particolare dell'Health Presbytarian hospital di Dallas dove due addetti al paziente "zero", Thomas Duncan, sono stati contagiati, i Cdc stanno rafforzando le inziative per contenere le infezioni e la paura che monta. Dalla diagnosi di Nina Pham, l'infermiera di 26 anni in isolamento con il suo cane, l'11 ottobre, i Cdc hanno già aumentato l'equipe dei propri specialisti a Dallas che attualmente arrivano a 20 ed includono esperti di ebola internazionali. Fanno parte del team anche due infermiere specializzate dell' Emory University Hospital di Atlanta,dove due missionari infettatasi in Liberia sono stati curati con successo.
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