lunedì 17 dicembre 2012
COMMENTA E CONDIVIDI
Possono costare «caro» nell’immediato, ma alla lunga daranno i loro frutti: quindi i governi dell’area euro «devono perseverare sulle riforme strutturali» dell’economia. Il presidente della Bce, Mario Draghi, addita agli europei, in una audizione al Parlamento europeo, i benefici che sarebbero connessi ai sacrifici che stanno sopportando in questi anni. «Le riforme danno frutti – sono state le esatte parole usate da Draghi – anche se nel breve termine possono implicare costi considerevoli per i cittadini. Ma sono la giusta strada da seguire». Gli interventi devono interessare soprattutto il mercato dei prodotti e dei servizi e quello del lavoro.
Una prima avvisaglia di questi benefici comunque già c’è, anche in Italia: «L’aggiustamento dei conti è visibile», ha detto il capo dell’Eurotower citando «l’aumento dell’export» che si sta verificando, oltre che da noi, in «Spagna, Irlanda e Portogallo, Paesi che stanno anche guadagnando sui costi dell’unità di lavoro». Tra il 2009 e oggi, infatti, le esportazioni di beni e servizi dell’Italia sono cresciute in volumi del 21%. Non c’è troppo da rallegrarsi, tuttavia: per Draghi l’economia «resterà debole» pure nel 2013 e solo verso fine avremo una ripresa molto graduale».
Draghi è poi tornato sul tema della vigilanza bancaria, che ha registrato il recente accordo al Consiglio Ue della settimana scorsa. Per lui il futuro organismo della Bce che sarà responsabile della vigilanza europea sulle banche sarà «rigorosamente separato» dall’attuale Consiglio direttivo, tanto che nemmeno il presidente della Bce ne farà parte. Più grande è una banca, più intensa sarà l’attività di sorveglianza cui verrà sottoposta, ha spiegato il banchiere centrale ricordando che l’obiettivo è anche quello di riuscire a fronteggiare «le banche che non sono più gestibili», per renderne possibile il fallimento «in una maniera ordinata».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: