"Uno sviluppo di lungo periodo non è possibile senza l'etica. Questa è una implicazione fondamentale, per l'economista, dell' 'amore nella verita" (caritas in veritate) di cui scrive il Papa nella sua enciclica". Così il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, commenta, sulle pagine dell'
Osservatore romano in edicola domani, le parole di Benedetto XVI pubblicate ieri nell'Enciclica papale."Per riprendere la via dello sviluppo occorre creare le condizioni affinchè le aspettative generali, quelle che Keynes chiamava di lungo periodo, tornino favorevoli. - sottolinea Draghi - È necessario ricostituire la fiducia delle imprese, delle famiglie, dei cittadini, delle persone nella capacità di crescita stabile delle economie. A lungo andare questa fiducia non può essere disgiunta da una istanza morale, dalla speranza profonda, secondo le parole di Giovanni Paolo II nella bolla d'indizione (1998) per il giubileo, di 'creare un modello di economia a servizio di ogni personà"."La crisi attuale - si legge ancora nell'articolo firmato da Draghi - conferma la necessità di un rapporto fra etica ed economia, mostra la fragilità di un modello prono a eccessi che ne hanno determinato il fallimento. Un modello in cui gli operatori considerano lecita ogni mossa, in cui si crede ciecamente nella capacità del mercato di autoregolamentarsi, in cui divengono comuni gravi malversazioni, in cui i regolatori dei mercati sono deboli o prede dei regolati, in cui i compensi degli alti dirigenti d'impresa sono ai più eticamente intollerabili, non può essere un modello per la crescita del mondo".