La Bce pronta a nuove misure di politica monetaria da utilizzare se necessario. Lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi, ribadendo che il direttivo di Francoforte è unanime nel proprio impegno ad utilizzare tutte le misure non convenzionali "qualora dovesse rivelarsi necessario gestire ulteriormente i rischi di un prolungato periodo di bassa inflazione".
Nella conferenza stampa seguita al meeting odierno della banca centrale, che ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse, Draghi ha inoltre confermato che i programmi di acquisto asset varati dalla Bce avranno un impatto significativo sul bilancio della banca centrale, che dovrebbe riportarsi sui livelli di marzo 2012, obiettivo quest'ultimo già segnalato da Francoforte nei mesi scorsi ma sui cui - soprattutto di recente - si sono concentrati i dubbi del mercato.
"Il Consiglio direttivo ha incaricato lo staff della Bce e i rilevanti comitati dell'Eurosistema di garantire la rapida messa a punto di ulteriori misure da mettere in pratica se necessario" ha affermato Draghi.
"I programmi (di acquisto) dureranno per almeno due anni. Insieme alle operazion di finanziamento Tltro, che verranno condotte fino al giugno 2016, questi acquisti avranno un impatto rilevante sul nostro bilancio, che dovrebbe portarsi verso la dimensione che aveva all'inizio del 2012". Il presidente ha spiegato che tali affermazioni, contenute nel suo discorso introduttivo in conferenza stampa, sono state sottoscritte all'unanimità da tutti i membri del direttivo Bce.
L'inflazione resta bassa Draghi ha sottolineato che le due circostanze per un ulteriore intervento della Bce sono rappresentate dalla constatazione che le attuali misure non siano sufficienti e dal deterioramento delle prospettive sui prezzi.
La Bce sottolinea che nonostante le misure prese l'outlook potrebbe peggiorare e che d'altra parte l'area euro sta già registrando un indebolimento della propria ripresa nell'area euro; l'inflazione che viene vista ancora "bassa" nei prossimi mesi, prima di tornare gradualmente a salire nel 2015 e nel 2016.
Il presidente della banca centrale non menziona ovviamente la prospettiva di un quantitative easing sui titoli di Stato, e ad una domanda specifica in conferenza stampa si è limitato ad affermare che il direttivo oggi ha studiate le esperienze delle altre banche centrali, sottolineando che gli effetti di un programma di QE sono diversi a seconda delle condizioni iniziali.
Divisioni sono "normali".
Circa le voci circolate nei giorni scorsi relative a presunti malumori all'interno del consiglio Bce, Draghi ha risposto oggi i disaccordi sono normali, che tutti i membri sono indipendenti e che non esiste una linea di demarcazione o coalizioni tra banchieri centrali del nord e del sud.
In linea con le attese di mercato e analisti, la Bce ha confermato il costo del denaro al minimo storico dello 0,05%, raggiunto a seguito dell'ultimo taglio, effettuato a settembre.
Invariati anche i tassi su depositi e prestiti overnight, rispettivamente a -0,20% e a 0,30%.