Mario Draghi dichiara "guerra" alla deflazione: "Faremo tutto il possibile per aumentare l'inflazione e per alzare le aspettative il più velocemente
possibile come prevede il nostro mandato", ha detto il
presidente della Bce a Francoforte al Congresso europeo dei
banchieri. "Se la traiettoria attuale della nostra politica non
basterà allo scopo e nuovi rischi inflazionistici si
materializzeranno interverremo" con altre azioni, ha aggiunto.
Le sue parole, assieme al taglio dei tassi da parte della
People Bank of China, hanno contribuito a far volare le borse e
a fine mattinata Milano segna un rialzo del 2,18%. Lo spread è
stabile a 147 punti.
"La situazione economica nell'area euro resta difficile",
ha sottolineato ancora Draghi. Alla luce anche dell'indice Pmi
dell'Eurozona diffuso ieri, "una ripresa più forte è
improbabile nei prossimi mesi, con gli ordini in calo per la
prima volta da luglio 2013". D'altra parte, ha ribadito, "la
fiducia nelle prospettive economiche è fragile e indubbiamente
non omogenea, alimentata dai bassi investimenti", ha aggiunto.
A preoccupare il presidente della Bce, l'andamento
dell'inflazione la cui situazione all'interno dell'area euro si
è aggravata ulteriormente nell'ultimo periodo. "Dobbiamo
creare un ambiente favorevole al business e agli investimenti".
La Bce, ha proseguito, "è impegnata a ricalibrare le
dimensioni e il ritmo dell'acquisto di titoli" facendo
riferimento esplicito alla Fed e alla Banca cenmtrale del
Giappone.
Intanto l'Istat segnala che a ottobre aumentano le
retribuzioni contrattuali, in rialzo dello 0,1% rispetto a
settembre e dell'1% rispetto a ottobre 2013. Sono
complessivamente 39 i contratti in attesa di rinnovo (di cui 15
appartenenti alla pubblica amministrazione) relativi a circa
7,3 milioni di dipendenti di cui circa 2,9 milioni nel pubblico
impiego.