Luca Savettiere
«A chi mi chiede: “Ce la posso fare?” rispondo sempre, ma lo vedi Giuseppe? Era un ragazzo dello Zen destinato al niente e oggi vedi cosa è stato capace di diventare?». Così una delle ambasciatrici dell’Economia civile, Lucia Lauro, ha raccontato delle possibilità degli ex ragazzi del carcere minorile Malaspina che, da anni, sono stati capaci di crearsi un loro futuro. Dopo essere diventati cuochi e direttori di sala, tra qualche anno saranno i futuri manager del bistrò Al fresco, nato dal progetto sociale “Cotti in fragranza”: «Questo è il nostro grande sogno» ha aggiunto Lucia Lauro, che assieme a Nadia Lodato, nel 2015 ha avviato quello che inizialmente doveva essere solo un biscottificio dentro al carcere minorile palermitano, sulla spinta dell’allora direttore Michelangelo Capitano. E oggi si è trasformato in una vera e propria impresa sociale con 17 dipendenti che lavorano al bistrò “Al fresco” aperto nel cortile di un ex convento cappuccino, rimesso a nuovo, che riesce a fare 120 coperti a sera, rallegrando le serate di tantissimi palermitani e turisti di passaggio nell’isola.
Luca Savettiere
L’impulso iniziale nel 2015 fu dell’allora direttore regionale dell’Istituto Don Calabria, Giuseppe Mattina, che sul «modello di “Buoni dentro”, allora l’unico laboratorio di panificazione presente all’interno di un carcere minorile », il Beccaria a Milano, desiderava offrire anche ai ragazzi dell’Istituto minorile Malaspina di Palermo un’occasione importante per imparare un mestiere, per crescere e rendersi indipendenti. Come ha raccontato Lucia, assistente sociale di formazione, e tra gli ospiti del Festival dell’Economia Civile, l’avvio è stato per tutti un grande esperimento: «Abbiamo avuto una stanza a disposizione al Malaspina dove abbiamo creato il nostro laboratorio di panificazione, l’associazione dei magistrati ci ha regalato un forno». A fare la differenza sicuramente l’approccio: « Non abbiamo mai trattato i ragazzi come fossero i destinatari del progetto, ma sempre come nostri colleghi. Nei mesi precedenti all’avvio molti esperti di pasticceria e prodotti da forno, di packaging, marketing e comunicazione sono venuti a trovarci in carcere e ci hanno messo a disposizione tutte le loro conoscenze».
Guidati dallo chef Francesco Gambino i ragazzi del Malaspina, quindi, sono cresciuti e hanno allontanato sempre di più da se stessi quella definizione ingiusta di “mala carne” con cui troppo spesso venivano additati una volta finiti nell’istituto penale minorile. «Abbiamo lavorato tutti assieme per capovolgere quella sentenza definitiva», quello stigma sociale che di fatto toglieva ai ragazzi la possibilità di riscattarsi, di ripensarsi in un altro modo.
Nel 2016 è stato fatto un altro passo in avanti ed è stata fondata la Cooperativa Ri-generazioni, un’impresa sociale di giustizia rigenerativa per portare fuori dal carcere i prodotti da forno e in un certo senso per capitalizzare il loro valore. «Nel 2018 abbiamo iniziato con i primi catering e ci siamo accorti che ci sarebbe servito uno spazio esterno al carcere per poter vendere con regolarità » ha raccontato ancora Lucia. Nel 2019 è stato trovato un luogo adatto da affittare, semi abbandonato: si trattava di un ex convento con un grande cortile che lasciava spazio alla fantasia e ai sogni imprenditoriali di Cotti in fragranza. Il lavoro per risistemare tutto è stato immane: durante i primi mesi del 2020 con l’arrivo del Covid-19 tutto si è fermato. «Durante la pandemia Caritas che ci conosceva già bene ci ha permesso, però, di continuare a lavorare, chiedendoci di confezionare oltre 500 pasti al giorno per persone e famiglie che in quel periodo con tante attività temporaneamente chiuse, faticavano a sostenersi» ha spiegato ancora la nostra ambasciatrice dell’Economia civile.
Ma il bello doveva ancora arrivare: nell’estate del 2020 quando tutti cercavano spazi all’aperto dove poter finalmente tornare a stare insieme, lasciandosi alle spalle la paura del virus, finalmente era pronto il grande giardino di Casa San Francesco. «Il giardino dentro l’ex convento seicentesco è la nostra oasi nel quartiere: una volta ripulito, abbiamo ripiantato la siepe com’era un tempo e nell’estate del 2020 abbiamo aperto proponendo dei semplici aperitivi, nel 2021 abbiamo introdotto le pizze nel nostro menù e nel 2022 siamo riusciti a diventare quello che siamo oggi: un bistrò con i nostri piatti».
Oggi “Al fresco” è un luogo magico, vicino alla Cattedrale di Palermo, dove passano migliaia di persone per assaporare cibo di qualità, anche se forse non tutte sanno che scegliendo di cenare in quel vecchio convento e nei prossimi mesi anche alloggiare nelle nuove camere recuperate nell'antico convento, stanno assistendo e contribuendo a un processo di rigenerazione.