Dati sul lavoro positivi per l'Italia:
a
maggio il tasso di disoccupazione scende all'11,5%. Aumentano
anche gli occupati:
299.000 posti di lavoro in più in un anno,
mentre la crescita frena sul mese (+21.000).
Soddisfatto il premier
Matteo Renzi. "Con i dati Istat di
oggi siamo a
497mila posti di lavoro in più da febbraio 2014.
Il jobsact sta creato lavoro stabile #avantitutta", scrive su
Twitter il presidente del Consiglio. Anche il ministro del
Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, parla di
dati "positivi che confermano una tendenza di crescita
dell'occupazione".
Tornando ai numeri il tasso di disoccupazione a maggio è
pari all'11,5%, in calo di 0,1 punti percentuali su aprile e di
0,7 punti percentuali rispetto a maggio 2015. Dopo l'aumento di
aprile (+1,5%) la stima dei disoccupati a maggio cala dello
0,8% (-24 mila). Il calo interessa sia gli uomini (-1,0%) sia
le donne (-0,6%). Dopo l'aumento registrato nei due mesi
precedenti (+0,3% a marzo e ad aprile), spiega l'Istat, la
stima degli occupati a maggio sale ancora, seppure in modo
lieve (+0,1%, pari a +21 mila persone occupate).
La crescita
dell'occupazione è attribuibile alla componente femminile e
riguarda i dipendenti (+11 mila i permanenti, +37 mila quelli a
termine) mentre calano gli indipendenti (-28 mila). Nel
trimestre marzo-maggio l'aumento degli occupati (+0,4%, pari a
+101 mila) è associato ad un calo dei disoccupati (-1,1%, pari
a -32 mila) e degli inattivi (-0,9%, pari a -121 mila). Su base
annua si conferma la tendenza all'aumento del numero di
occupati (+1,3%, pari a +299 mila). La crescita tendenziale è
interamente attribuibile ai dipendenti, sia permanenti (+1,7%,
pari a +248 mila) sia a termine (+3,5%, pari a +81 mila),
mentre sono in calo gli indipendenti. Nello stesso periodo
calano i disoccupati (-5,6%, pari a -175 mila) e gli inattivi
(-2,2%, pari a -305 mila). Sempre nel mese di maggio
il tasso
di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani
disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e
disoccupati),
è pari al 36,9%,
invariato rispetto al mese
precedente. La flessione rispetto a maggio del 2015 è pari a
4,3 punti percentuali.
Intanto oggi il Centro Studi Confindustria ha tagliato le
stime di crescita del Pil italiano per il 2016 e il 2017, anche
a causa dell'impatto della Brexit. Secondo le nuove previsioni,
la crescita sarà dello 0,8% nel 2016 e dello 0,6% nel 2017,
contro il +1,4% e il +1,3% rispettivamente stimati a dicembre.
Il Csc sostiene che gli effetti della Brexit si sentiranno nel
rallentamento della domanda globale, che causa una crescita
più lenta dell'export, l'aumento dell'incertezza tra imprese e
consumatori e la caduta del prezzo delle azioni. Confindustria
stima per l'anno in corso una crescita dello 0,7%
dell'occupazione, un aumento dell'1,2% dei consumi e dell'1,9%
degli investimenti.