Essere connessi a internet non è più un lusso, ma un'esigenza sempre più importante. Un diritto che dovrebbe essere di tutti i cittadini.
Invece – secondo l'Osservatorio dell'Agcom sul mercato delle telecomunicazioni, relativo al secondo trimestre del 2013 – l'8,8% degli italiani rischia il cosiddetto digital divide. Cioè, non può utilizzare appieno i servizi della Rete. Il 3,8% per mancanza di Adsl, il 3 % perché ha un accesso inferiore ai 2 mega e il 2% collegato "nominalmente" ma di fatto impossibilitato a raggiungere la velocità minima): questa quota scende al 4% grazie alla copertura wireless da rete mobile, cioè quella che permette di navigare su internet con telefonini e tablet.
Le regioni che più soffrono sono Molise, Basilicata e Calabria. Quelle più avanti sono Campania, Sardegna, Sicilia, Lazio, Puglia e Lombardia.
Nell'ultimo anno circa 310mila abbonati hanno sottoscritto un nuovo contratto per la banda larga. Telecom resta la società più richiesta, ma la sua quota è scesa al di sotto del 50%. Crescono invece Fastweb (+1,3%) e gli operatori minori (+1,1%).
SEMPRE MENO TELEFONI FISSI E SMS
Continuano a calare gli abbonamenti alle linee telefoniche fisse. Nell'ultimo anno sono scese 21,33 milioni, 500mila in meno rispetto ai 12 mesi precedenti: cala la quota Telecom, cresce quella di Fastweb.
Nella telefonia mobile cala (-10%) la quantità di Sms scambiati, a tutto vantaggio delle chat (il traffico dati è cresciuto del 33% da inizio
anno). Una conferma di questo nuovo modo di vivere il cellulare, con smartphone e tablet, arriva anche dalla forte crescita degli
abbonamenti (+1,79 milioni) che si accompagna alla flessione delle prepagate (-1,46 milioni). In questo segmento di mercato Telecom e Vodafone sono entrambe al 32%. Gli operatori mobili virtuali hanno superato i 5 milioni di contratti, pari a circa il 5,2% dei clienti totali: la parte del leone la fa sempre Poste Mobile, con il 52,4%, ma è in arretramento del 4%.
CON 1,5 MILIARDI BANDA LARGA A TUTTI
Di banda larga si è parlato a Roma anche alla tavola rotonda «Senza rete non si fa rete», organizzata da Cia, Agia e Cittadinanzattiva. Le tre associazioni hanno spiegato che «è sempre più forte il divario digitale in Italia tra Nord e Sud e tra aree urbane e rurali. Eppure, con la crisi, scommettere sull'innovazione e colmare i ritardi sull'Agenda digitale porterebbe vantaggi immediati a imprese e cittadini, liberando risorse per 35 miliardi di euro. Per far sì che la banda larga sia accessibile a tutti gli italiani occorre investire 1,5 miliardi di euro. Di ritorno si potrebbe aver un incremento del PIL di 2 miliardi di euro e quindi un contributo alla crescita».
PER L'ONU L'ITALIA DIGITALE E' IL 57° PAESE DEL MONDO
Secondo i dati forniti dall'ultimo rapporto Onu, infatti, «l'Italia resta sempre ai bassi posti della classifica mondiale: 57° posto nel 2012 con una percentuale di persone che usavano Internet pari al 58%. Le aree rurali ovviamente le più colpite con solo il 17% degli abitanti che può contare su una connessione costante e di qualità, contro l'89% delle aree urbane».