Lo spazio di flessibilità a disposizione
del governo per il 2016 potrebbe arrivare fino a un massimo di
17,9 miliardi includendo anche la clausola straordinaria per far
fronte all'emergenza migranti. Torna, inoltre, a scendere dopo
molti anni il peso del fisco attestandosi il prossimo anno al
42,6% del Pil rispetto al 43,1% del 2015. Buone notizie anche sul
fronte della disoccupazione che l'anno prossimo dovrebbe calare
sotto il 12% e proseguire la traiettoria in discesa per gli anni
successivi. Sono alcune delle novità emerse dalla Nota di
aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def), che ha rivisto a rialzo le previsioni di
crescita e aumentato il deficit in virtù delle clausole europee
per liberare risorse da destinare alla manovra espansiva. La nota è stata pubblicata on line dal ministero dell'economia.
Il documento scrive nero su bianco che
nel 2016 il deficit potrà
aumentare, rispetto al profilo tendenziale, "fino ad un importo
massimo di 17,9 miliardi nel 2016 (che include, ove riconosciuti
in sede europea, i margini di flessibilità correlati
all`emergenza immigrazione fino a un importo di 3,3 miliardi)".
Tuttavia, conti alla mano, sommando lo 0,4% del Pil (6,4 miliardi
circa) già incassato ad aprile appellandosi alla clausola delle
riforme, al nuovo 0,4% (altri 6,4 miliardi) da riforme e
investimenti e lo 0,2% (3,2 miliardi circa) dell'eventuale
clausola immigrazione si arriva a circa 16 miliardi di euro.
In ogni caso, viene ribadito su tutto
l'urgenza di proseguire con
le riforme strutturali per colmare un gap di 20 punti di Pil
rispetto al trend pre-crisi definito di "una gravità senza
precedenti". Per fare questo, si legge, "serve uno sforzo
eccezionale di riforma sia dell`economia reale che del sistema
finanziario".
Il percorso tracciato dal governo nel Def indica, infatti,
interventi a sostegno delle famiglie con l'eliminazione della
tassazione sulla prima casa e misure di contrasto alla povertà.
Viene confermata l'intenzione di disinnescare le clausole di
salvaguardia che comporterebbero aumenti di Iva e accise. E
ancora misure di stimolo all'occupazione a al Sud. Il processo di
riduzione del carico fiscale, inoltre,
proseguirà negli anni
successivi nel 2017 con un taglio dell'imposizione sugli utili
d'impresa "onde maggiormente allineare l'Italia con gli standard
europei".
Tornando ai numeri del Def, scende il tasso di disoccupazione in
Italia che si attesterà quest'anno al 12,2% rispetto al 12,7% del
2014. Il trend in calo proseguirà negli anni successivi: 11,9%
nel 2016, 11,3% nel 2017, 10,7% nel 2018, 10,2% nel 2019. Dalle
privatizzazioni sono stimati incassi pari allo 0,4% del Pil
quest'anno (6,4 miliardi), e allo 0,5% (8 miliardi) per ciascuno
degli anni 2016, 2017 e 2018. La pressione fiscale, al netto del
bonus 80 euro e delle clausole, si attesterà quest'anno al 43,1%
per poi scendere al 42,6% nel 2016, al 42,3% nel 2017, al 42,2%
nel 2018 e al 41,9% nel 2019.
Sale la stima sugli incassi dalla lotta all'evasione fiscale. Nel
2015 viene indicata una previsione di
11,867 miliardi rispetto
alle stime iniziali pari a 10,585 miliardi. Si tratta di 150
milioni in più rispetto agli incassi 2014 (11,717 miliardi).
Inoltre, rispetto alla cifra pari a zero della voluntary
disclosure la Nota al Def contabilizza un gettito di 671 milioni
nel 2015 e di 18 milioni nel 2016 a copertura di misure
una-tantum. Cala infine, la spesa per interessi che quest'anno
sarà di circa 70 miliardi (4,3% del Pil), con una riduzione di
circa 0,4 punti percentuali rispetto al 2014.