La Commissione Ue presenta oggi il suo piano d'azione per il rilancio dell'economia europea, per combattere la recessione ed evitare che la crisi economica sfoci in una grave crisi sociale. Le misure proposte, del valore dell'1% del Pil del continente, valgono circa 130 miliardi di euro. Secondo le bozze circolate nelle ultime ore Bruxelles chiederà tra le altre cose alla Banca centrale europea di tagliare ulteriormente i tassi per sostenere la crescita e allo stesso tempo concederà un via libera ai governi che per i prossimi due anni potranno varare «misure eccezionali di stimolo fiscale», allentando il cordone del deficit fino a sforare " ma di poco e in maniera temporanea, come già previsto dal Patto di stabilità in casi «eccezionali» " la soglia del 3%. La possibilità di superare i parametri di Maastricht è anche la richiesta ufficiale avanzata da Francia e Germania. In una lettera congiunta ieri il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno sollecitato un piano coordinato europeo, sottolineando che un pacchetto di stimoli pari all'1% del Pil potrebbe essere «un buon obiettivo». In un articolo a firma congiunta che apparirà oggi sul francese Le Figaro e sul tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung, Sarkozy e Merkel scrivono anche che i governi devono gestire «una spirale di recessione nei nostri Paesi». Un passo in avanti significativo, dopo che nella riunione tra i due leader lunedì a Parigi, la Merkel era apparsa riluttante a firmare la proposta francese di protezione dell'industria e di spinta della domanda con l'iniezione di miliardi di euro nell'economia. I due hanno detto che i governi dovrebbero usare lo stesso tipo di «strumenti» sviluppati per salvare il sistema bancario dopo la crisi innescata dal collasso della banca di investimenti Usa Lehman Brothers a settembre. «Non c'è un unico modello di recupero che possa essere applicato ai 27 stati membri con situazioni economiche e di budget molto diversi - scrivono -. Ma crediamo che un piano di stimoli coordinati possano ripristinare la fiducia dei consumatori e degli investitori e prevengano azioni opportunistiche tra gli stati che condividono molto più che istituzioni». I due leader hanno aggiunto che le misure di stimolo dovranno essere «forti, temporanee e precise» per assicurare che le finanze pubbliche non vengano destabilizzate, sottolineando però che le regole Ue per il budget dovrebbero essere temporaneamente applicate con «più flessibilità». Le misure di stimolo dovranno focalizzarsi su investimenti per le infrastrutture e aiutare le piccole e medie imprese, e ogni paese dovrebbe decidere il proprio piano. Sempre ieri Sarkozy ha annunciato che Parigi lancerà un grosso piano in tempo per il prossimo summit Ue che includerà misure per spingere l'industria automobilistica e delle costruzioni. Sarkozy e Merkel hanno aggiunto che le economie della zona euro sono «fondamentalmente sane», con bassi livelli di debito per i possessori di case, solidi bilanci aziendali e una caduta dei prezzi che dà alle banche centrali spazio di manovra. Tornando al piano europeo, che dovrebbe aggirasi sui 130 miliardi di euro, indica quindi una serie di interventi possibili, soprattutto per sostenere famiglie e imprese più colpite dalla crisi. «Si tratta di promuovere un'azione coordinata - spiegano gli esperti - e questo non vuol dire che ogni Stato membro debba comportasi in maniera uguale». Insomma, ogni governo sceglierà le misure che più sono adeguate alla situazione del proprio Paese. Tra le misure suggerite: la riduzione dell'Iva per alimentare i consumi e per promuovere i prodotti a basso consumo energetico; la riduzione delle tasse sul lavoro per aumentare il potere d'acquisto, soprattutto delle fasce più deboli: lo sblocco dei prestiti per le piccole e medie imprese utilizzando le risorse messe a disposizione con i piani di salvataggio delle banche; aiuti di Stato alle imprese in difficoltà solo se mirati e temporanei; incentivi per le auto «pulite» e le case ecologiche. Da parte sua l'Ue metterà a disposizione più risorse nei vari fondi sia per venire incontro ai lavoratori, sia per sostenere imprese e sviluppo delle infrastrutture (rafforzando soprattutto la Bei).