Dopo qualche giorno di febbre che lo ha fatto «dimagrire quattro chili», Silvio Berlusconi torna in scena. Annuncia misure per il sostegno dell’auto e dei consumi al prossimo Consiglio dei ministri e stima in 40 miliardi in tre anni l’entità del’intervento anti-crisi messo in moto dal governo. Una somma che potrebbe arrivare a 80 miliardi, aggiunge, con i contributi europei.Ma mentre l’ex ministro Pierluigi Bersani replica al premier parlando di «chiacchiere sempre più consistenti e fatti sempre meno reali», in un’intervista alla Cnn il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi chiede nuove misure per uscire dalla recessione: la «chiave» per la ripresa econonica, ha detto, è negli «incentivi fiscali» che devono essere ampi e duraturi». Draghi, che è anche il presidente del Financial Stability Forum, non ha parlato in modo specifico dell’Italia ma certo il suo monito è indirizzato anche al governo di Roma: «Il consenso generale (sui tagli fiscali, ndr) c’è ed è ora di muoversi», ci vuole «una realizzazione veloce» per non commettere gli stessi errori della crisi del ’29, ha aggiunto il capo di Bankitalia. Il 2009 intanto non parte sotto i migliori auspici per i conti pubblici italiani. Il fabbisogno a gennaio è salito a 1,8 miliardi (da un avanzo di 530 milioni di un anno fa), dato che potrebbe rafforzare l’intenzione del ministro dell’Economia Giulio Tremonti di limitare i programmi di spesa. .Berlusconi ha scelto «Governincontra» (un’iniziativa promossa dal ministro Gianfranco Rotondi) per il suo rientro. In collegamento telefonico da Milano, ha rivendicato al governo di aver mantenuto gli impegni presi in campagna elettorale e parlato della crisi economica dicendosi fiducioso che l’Italia ne uscirà «meglio di altri grazie a banche non avvelenate da titoli tossici e da famiglie con un debito privato contenuto. Se non avessimo fatto la Finanziaria prima dello scoppio della crisi – ha aggiunto – avremmo pagato un prezzo molto più oneroso». Sulle risorse complessive anti-crisi Berlusconi ha citato dati già emersi nei mesi scorsi: 40 miliardi di euro in tre anni sono in cantiere, ha detto, una cifra «compatibile con il debito pubblico italiano», mentre altri 40 che potrebbero essere mobilitati «grazie ai fondi Ue». Tra gli stanziamenti avviati, «soldi reali che transiteranno dallo Stato all’economia reale», il premieri ha citato «i 16,6 miliardi per le infrastrutture che siamo riusciti a sbloccare dopo i veti sciagurati dei Verdi, i 10 miliardi di finanziamento alle imprese e gli 8 miliardi messi a disposizione per gli ammortizzatori sociali». Su questo ultimo punto le tensioni emerse con le Regioni, chiamate a cofinanziare gli interventi, si starebbero stemperando: la Conferenza delle Regioni e il ministro Raffaele Fitto hanno deciso di avviare da domani tre tavoli tecnici. .Nei prossimi giorni, forse con il prossimo Consiglio dei ministri, ha detto Berlusconi, saranno varati i nuovi provvedimenti «per sostenere il credito al consumo e anche per assicurare la tenuta di alcuni settori industrali strategici come l’auto, la componentistica e per tutte le imprese che producono beni durevoli». L’opposizione spara a zero: il premier «continua a dare i numeri», ha replicato il Pd: «Gli 80 miliardi di euro strombazzati sono risorse interamente previste in bilancio ben prima della crisi».