Avanti piano ma con decisione. In Italia è ripartita la produzione industriale, segno evidente di un risveglio dell’economia: l’incremento calcolato dall’Istat su base annua è del +3,2% mentre nel mese di novembre l’aumento è stato dello 0,7% rispetto a ottobre (il miglior risultato dall’agosto scorso). Una crescita che va oltre le previsioni determinata secondo gli esperti da un’accelerazione della domanda estera, proveniente soprattutto fuori dall’area Ue.
Tra i settori messi sotto osservazione dall’istituto di statistica, quello della fornitura di energia mostra il balzo più sensibile con un 10,6%, ma i beni di consumo rimangono al palo (-0,1%). L’andamento in positivo dell’industria nel nostro Paese da novembre 2015 a novembre 2016 è in sintonia con quanto accaduto nello stesso periodo in Francia (+2,2%) e Germania (+1,8%) con una crescita che non si è mai vista così alta nell’eurozona negli ultimi cinque anni, delineando un quadro economico che fa ben sperare: e una risposta chiara agli euroscettici.
Nel dettaglio della ricerca Istat emergono i progressi stabiliti nel complesso delle attività manifatturiere con il 2,1%, sostenute soprattutto dal comparto della meccanica (+4,5%). La metallurgia e la fabbricazione dei mezzi di trasporto salgono fino a superare tassi del 4%. Un buon esito in termini di produzione hanno dimostrato anche gli alimentari (un +5,4% ascrivibile soprattutto al “made in Italy”), la chimica (ma solo dell’1,7%) e l’elettronica (la fabbricazione di computer, prodotti ottici e apparecchiature medicali o di alta precisione raggiunge addirittura il +6,7%). Segnano il passo, invece, il tessile-abbigliamento con una perdita secca del 5% e la farmaceutica (-4,1%).
A novembre l'incremento è stato dello 0,7% mentre nell'anno ha raggiunto il 3,2%. Tirano soprattutto i settori dell'energia e dell'elettronica. Il Paese si allinea così a Francia e Germania
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